Il signor F. era un uomo normale e lo era fin da piccolo.
Il signor F. ogni mattina si alzava alle 06:30.
Doccia, dentifricio alla menta sullo spazzolino che cambiava regolarmente ogni mese, filo interdentale. Deodorante per le ascelle e due gocce di profumo sul collo, quindi passava alla vestizione.
Polo grigia con bande rosse sulle maniche e il logo della TOTAL sul petto, pantaloni grigi anch’essi con bande rosse laterali, scarpe antinfortunistica, berretto.
Il signor F. era un uomo normale e i suoi genitori erano fieri di lui, o almeno suo padre lo era. Sua madre era scomparsa qualche anno prima.
Non beveva e non fumava perché quelli erano vizi che solo gli scansafatiche potevano permettersi, come gli attori o i filosofi, non lui. L'intera economia del Paese poggiava sulle sue spalle e lui questo lo sapeva bene e di questo ne era orgoglioso.
Il signor F. aveva tirato su la sua stazione di servizio dal nulla, ed ora essa si ergeva maestosa nella campagna come una cattedrale nel deserto, dissetando le auto e i conducenti che si fermavano lungo la strada provinciale che dal suo paese portava al successivo.
Nella sua piccola Las Vegas ogni viandante poteva trovare oltre che benzina di ottima qualità, della quale effettuava personalmente il controllo ogni mattina, sigarette, chewingum, fazzoletti e ogni tipologia di deodorante e prodotto per la cura della propria vettura.
Si, a vederlo così realizzato il signor F. appariva agli occhi di tutti come un uomo davvero soddisfatto e in realtà lo era.
La sera, dopo aver chiuso la cassa e attivato la modalità self service, il signor F. chiudeva a chiave il suo ufficio: tre mandate in alto e due in basso, quindi prendeva la sua bella auto che provvedeva a spolverare ogni giorno tra un cliente ed un altro e tornava a casa.
Il signor F. non aveva una fidanzata ma d’altronde non ne sentiva neanche la necessità. Non che le occasioni non gli mancassero intendiamoci, un partito del genere faceva gola a molti padri giù in paese, ma come diceva lui non aveva ancora trovato una ragazza con la quale condividere il suo sogno.
Una bella casa, una bella moglie, due o tre figli, un cane in giardino. Un camper per fare le vacanze al mare. Tutti valori per i quali qualsiasi donna, ai suoi occhi, avrebbe dovuto far follie eppure il signor F. era solo. Tutte le sue fidanzate erano scappate con il solito figlio di buona donna scansafatiche senza arte né parte e lui ogni volta non riusciva a spiegarsi il perché. Semplicemente giustificava la fuga come un segno del destino: quella non era la donna giusta per lui, evidentemente.
Il signor F. era un gran lavoratore e questo tutti in paese lo sapevano e di questo lui era molto orgoglioso.
L’unica debolezza del signor F. erano i fumetti di dylan dog, per i quali nutriva una vera mania. L’acquisto di ciascun numero verso la fine del mese era un vero e proprio rito che si svolgeva secondo un preciso numero di azioni definite.
Innanzitutto la scelta dell’esemplare avveniva di mattina presto, ovvero non appena il giornalaio riceveva le copie dal fornitore. Il signor F. passava in rassegna tutte le copie scegliendo alla fine quella che presentava ai suoi occhi il minor numero di difetti. La distribuzione del colore di copertina doveva essere quanto più uniforme possibile, il dorso non doveva recare alcun segno di usura da sfregamento o altro, quindi il taglio delle pagine doveva essere regolare e secco.
L’apertura del volumetto per consentire la lettura delle pagine avveniva sempre con un angolo non superiore ai 38°, posizione ottimale affinché i bordi esterni della copertina non si lineassero.
Terminata la fase di lettura ciascun prezioso esemplare veniva prima inserito in una apposita busta e sigillato per preservare colori e carta dall’invecchiamento, quindi inserito in bell’ordine sullo scaffale della libreria dove avrebbe passato il resto dei suoi giorni in compagnia dei suoi simili.
Il signor F. era molto orgoglioso della sua collezione e anche lei lo era, perché quei volumi rappresentavano gli unici libri presenti in casa sua.
A volte, dopo aver visto la tv, il signor F. si soffermava sul balcone della sua bella casa a guardare le stelle. Gli piaceva pensare a quei puntolini luminosi come piccole pompe di benzina nel cielo, dove gli UFO potessero far rifornimento alle proprie astronavi. Ma il signor F. non era un sognatore e ogni volta, ricacciava dentro quelle stupidaggini scuotendo la testa, quindi andava in camera da letto, riponeva la divisa in ordine sulla sedia accanto al comodino, infilava il pigiama e dopo aver spento la luce, si addormentava.
Il signor F. non si poneva mai domande perché egli aveva già tutte le risposte.
Al signor F. non piaceva quando le donne lo fissavano dritto negli occhi: esse non avevano alcun diritto di farlo.
Di tanto in tanto il signor F. si concedeva una uscita con gli amici, per andare a divertirsi in qualche bar del centro e quando qualcuno gli chiedeva Che lavoro fai? Egli semplicemente rispondeva il benzinaio. Non aveva bisogno di parole inglesi per definire il suo lavoro come facevano gli amici di infanzia. Account Manger, Project Developer, Unit Reseller, Geometra. Lui era semplicemente il benzinaio e per questo tutti lo rispettavano, come il prete, il sindaco e il maresciallo della caserma.
Si, il signor F. era un uomo normale, la sua vita scorreva placida e odiava sua madre per tutte le botte che gli aveva dato da piccolo, per tutte le domande alle quali non aveva mai dato una risposta, per ogni boccone che aveva dovuto ingoiare controvoglia, per ogni volta che lo aveva pettinato con la riga sulla sinistra e lui avrebbe preferito sulla destra.
Il signor F. era un lavoratore, un uomo, un rispettabile membro della comunità ma quando la madre del signor F. scomparve, così, nel nulla, da un giorno all’altro, egli non versò nemmeno una lacrima.
La stessa sera in cui la madre del signor F. scomparve, il signor F. aveva personalmente effettuato la gettata di cemento per installare la nuova colonnina dell’aria compressa per il controllo dei pneumatici.
Il signor F. fissava ogni giorno quella colonnina e si sentiva orgoglioso di averla installata, nella sua stazione di servizio sulla strada provinciale che dal suo paese porta al successivo.