mercoledì 23 settembre 2009

Anno XXXV, Vita V

Poche sono le cose da dire sul numero Trentacinque, a parte il fatto di essere il quinto numero pentagonale, che può essere scritto come somma di numeri primi dispari in 35 modi diversi e come somma di numeri primi in 35 x 5 modi diversi, che nella smorfia napoletana rappresenta l'uccellino e che indica il numero dei millimetri di larghezza della pellicola cinematografica.
Poco davvero eppure per me rappresenta tanto.
Nel corso dell'anno appena trascorso ho aggiunto una nuova vita al mio percorso, la quinta. Un nuovo figlio alla mia vita, il secondo e cosa non meno importante ho ritrovato la persona che per prima mi ha addomesticato, come direbbe il piccolo principe, più di vent'anni fa.
Ho dato per scontato tante, forse troppe cose per fretta, per volontà di rivalsa, di vittoria, di aiutare il prossimo, di aggiustare da solo il mondo.
Forse in parte ci sono riuscito, in parte no, ma come Atlante ho caricato troppo sulle mie spalle ed alla fine ne sono rimasto schiacciato dal peso.
Ho voglia di ricominciare, di intraprendere nuove strade, nuove abitudini. Di vedere il mondo con occhi ancora diversi. Ho voglia di guardare negli occhi la mia compagna di vita e perdermi in lei. Ho voglia di ridere del futuro con la mia piccola stella ritrovata. Ho voglia di vita.

[Chi non comprende che la vita è una ripresa,
e che in questo consiste tutta la bellezza della vita,
merita soltanto il destino che l'attende: perire.]
(S. Kierkegaard, "La ripresa", 1843)

giovedì 17 settembre 2009

Ogni volta

ogni volta che viene giorno
ogni volta che ritorno
ogni volta che cammino
e mi sembra di averti vicino
ogni volta che mi guardo intorno
ogni volta che non me ne accorgo
ogni volta che viene giorno

ogni volta che mi sveglio
ogni volta che mi sbaglio
ogni volta che sono sicuro
e ogni volta che mi sento solo
ogni volta che mi viene in mente
qualche cosa che non
c'entra niente ogni volta

ogni volta che non sono coerente
ogni volta che non e' importante
ogni volta che qualcuno
si preoccupa per me
ogni volta che non c'e'
proprio quando la stavo cercando
ogni volta ogni volta quando

ogni volta che non c'entro
ogni volta che non sono stato
ogni volta che non guardo
in faccia niente
e ogni volta che dopo piango
ogni volta che rimango
con la testa tra le mani
e rimando tutto a domani

[Ogni Volta, Vasco Rossi 1982]

lunedì 14 settembre 2009

27 Agosto 2009

L'altra notte ho fatto un sogno, cosa che già di per se mi ha stranito perché ormai di norma mi capita di sognare solo ad occhi aperti.
Nel sogno ero vecchio, anche se forse trattandosi di me stesso dovrei dire anziano.
Insomma ero vecchio e avevo una lunga coda di capelli bianchissimi tenuti insieme da un elastico, un paio di jeans vecchissimi e una camicia a quadri ovviamente fuori dai pantaloni.
Insomma, a parte qualche ruga e i capelli lunghi, per il resto ero io.
Ero seduto a farmi una tromba di ganja (n.d.r spinello) con mio nipote: un ragazzotto ben messo di circa sedici anni che mi somigliava abbastanza, su un vecchio divano di pelle marrone nel mio box. L'erba gatta l'avevo messa io, rollare aveva rollato lui perché a me, vista l'età, tremavano un po' le mani. Ed ero felice. Fatto e felice. E ridevo, come un ragazzino, parlando di politica e donne.
Ridevo tanto insieme a mio nipote, mentre quel carciofo passava di mano in mano, finquando la nonna (ovvero la mia compagna di vita) non ci ha scoperto e solennemente redarguito con frasi di circostanza del tipo "Mi meraviglio di te, non di lui! Quando siete assieme sei tu responsabile per lui, lo sai!", riferendosi ovviamente a mio nipote.
Per fortuna non appena il ragazzo fu andato via, dopo aver promesso alla nonna di non dire nulla al padre, anche lei si sedette sul divano a farsi un bell'assolo di tromba.
Insomma non so davvero come sarà il mio futuro, ma spero che più che un sogno, l'altra notte abbia avuto una premonizione, perché a vederlo così il mio futuro non era niente male.
L'unica cosa che del sogno non ricordo è di quale dei miei due figli fosse il figlio.
Come dite? Ah già, forse non ve l'ho detto, ma lo scorso 27 agosto alle 17.07 Manuele Mattia è entrato a far parte del nostro mondo e non so se per fortuna o meno, gli hanno assegnato d'ufficio questo papà. Per fortuna hanno rimediato assegnandogli come mamma la mia compagna.
Auguri Manuelito: io, Lore e Mamma ce la metteremo tutta per donare anche a te i giusti occhi affrontare questo mondo. In bocca al lupo!

P.S.
Ragazzi, fra qualche anno non incazzatevi troppo se vedete tornare a casa vostro figlio un po' allegro dopo essersi fatto una canna con il nonno.