Può un solo fiocco di neve fare la differenza?

Quattordici giorni prima avevamo preso l'aereo per Palermo: erano otto anni che non trascorrevo un natale con la mia famiglia ed era la prima volta che la mia piccola peste lo trascorreva con i nonni di giù, come li chiama lui.
In questi quattordici giorni di ferie dopo più di un anno e mezzo di lavoro a casa e in ufficio, ho visto mia madre sorridere come non la vedevo da anni e forse non l'avevo mai vista, ho visto la felicità negli occhi di mio fratello mentre, esercitando il suo ruolo di zio, alzava Lorenzo in aria. Ho visto la tenerezza di mia cognata mentre comprava un pigiamino per la peste, lo sguardo di un nonno, mio padre, felice di poter vedere il nipotino nel suo studio in carne ed ossa e non solo in fotografia.Ho visto gli occhi di mio figlio illuminarsi davanti al mio mare. Ho incontrato una delle donne più forti e belle che abbia mai incontrato (ma di questo, forse vi parlerò un'altra volta).
Quindi mio caro 2008, io non ti darò colpe. Non ti rimprovererò come hanno fatto tutti, al contrario, non posso che ringraziarti per quanto di buono hai portato nella nostra vita: una casa finalmente sistemata, una nuova macchina, delle buone soddisfazioni lavorative, il sorriso di mia madre, un fiocco di neve perfetto tra le mie mani, sotto casa mia, nel luogo dove per adesso mi piace vivere.