lunedì 17 agosto 2009

E' da molto tempo che viaggia?

E quindi ero in quella stazione, mi capisci?
Quelle stazioni di passaggio, dove alla fine nessuno scende mai per vedere il paese, ma solo per prendere la fottuta coincidenza. Il paese attaccato a quelle stazioni potrebbe anche non esserci e nessuno se ne accorgerebbe mai, mi capisci? Le case che vedi dalla banchina del binario potrebbero essere benissimo di cartone, come le scene di un teatro. Dipinte. Chi vuoi che vada a controllare? Di quel posto tanto serve solo la stazione.
Insomma, ero in quella stazione a farmi i fatti miei aspettando il treno che mi avrebbe riportato a casa e all'improvviso questo vecchio mi si avvicina e attacca bottone e io penso che probabilmente parlerà di cazzate come fanno sempre i vecchi.
E invece cosa fa quel fottuto vecchio? Mi si avvicina e mi fa - è da molto tempo che viaggia?
Cioè capisci? Una domanda di quelle che non ti aspetti che un vecchio possa farti. Che ne so, mi sarei aspettato mi domandasse l'orario, una sigaretta, se secondo me l'indomani avesse piovuto o meno, e invece cosa mi domanda quel vecchio fottuto? Quel vecchio mi chiede l'unica cosa alla quale stavo pensando proprio in quel fottuto istante.
E io mi trovo li solo, capisci? Con la mia sigaretta tra le dita domandandomi che domanda fosse e senza accorgermene sento la mia voce rispondere - praticamente da tutta la vita.
Ma si può essere più stupidi dico io? Cioè un vecchio ti fa una domanda del cazzo e tu cosa fai? Rispondi pure a tono!
E allora questo vecchio si alza, capisci? Si alza, viene vicino a me, si siede accanto sulla panchina di marmo e mi guarda negli occhi. Non tanto eh? saranno stati all'incirca due o tre secondi al massimo. Si alza, mi guarda fisso negli occhi e poi mi fa - Deve volerle davvero bene.
Lo sapeva, capisci? Lo sapeva!
Non ho idea del come, ma lo sapeva!
A quel punto io mi volto di scatto e mi alzo, capisci? Cioè istinto, no? Cioè cosa avrei dovuto fare secondo te? Perché non poteva saperlo.
E allora mi alzo capisci? Mi alzo e lo guardo e devo aver avuto proprio un'espressione da ebete perché a quel punto lui sai cosa fa? Si alza anche lui dalla panchina di marmo, viene vicino a me e mi fa - Non abbia mai paura di viaggiare, non smetta mai di farlo.
E allora tipo mi sarò girato due secondi per cercare qualcosa da dire, no? Cioè sai quando guardi da qualche parte aspettando che ti arrivi la frase da dire, quella giusta.
Cazzo questo qui praticamente sa la mia vita ed io sto lì, zitto come un idiota a non dire nulla, capisci? Dovevo dire qualcosa, no? Qualcosa di intelligente e allora mi giro due secondi con la mia espressione da ebete, mi rivolto e lui? Era sparito.
Cioè non è che se n'era andato, era proprio sparito. E allora lo cerco con lo sguardo lungo la banchina, sui binari. Cerco quel suo vecchio e logoro cappellino giallo con la visiera e il suo zainetto verde acqua. Lo cerco dapertutto e niente. Non c'era più.
E allora sai che faccio? Tiro una boccata dalla mia sigaretta guardo l'orario e visto che avevo ancora più di un'ora prima che quella fottua coincidenza arrivasse, sai cosa faccio? Esco dalla stazione a vedere il paese.
E sai cosa scopro? Che il paese in quelle stazioni di passaggio, c'è. E non è finto o di cartone, esiste davvero, con persone vere che prendono il caffé, guidano le macchine e vivono la loro vita!
Ed è lì che ho capito che loro, loro che tutti consideravano comparse, avevano sempre vissuto molto più di me capisci?
E per la prima volta sereno davanti l'ingresso di quella fottuta stazione, mi sono ritrovato a guardare il mondo con il mio cappellino giallo in testa e il mio zainetto verde acqua sulle spalle.

11 commenti:

Lucignolo ha detto...

Fosse stato un'altra persona,
forse anche più vecchia,
avrebbe comunque saputo,
tutti sanno dove portano i binari,
quelli sono messi giù per tutti con
una sola direzione,
i possibili percorsi sono sempre gli stessi da tempo immemore,
il viaggio è sempre e solo il nostto,
gli altri conoscono solo la nostra direzione, mai il nostro viaggio,
occorre fermarsi a raccontarglielo.

Ciao Max, serena, fottuta, estate !

desaparecida ha detto...

c'è sempre un paese che nn vediamo dietro le nostre stazioni di passaggio....
il punto è che nn sempre c'è qlcuno che si prende la briga di ricordarcelo!

Un bacio tesoro-riccio :)

Ross ha detto...

Leggendo questo scritto mi è venuto da pensare alle tante volte che mi è capitato, dal finestrino del treno, di vedere sulla banchina delle stazioni un nonno con il nipotino in braccio o sul seggiolino della bicicletta, intenti a osservare i treni e ad ascoltarne emozionati l'allegro sferragliare.

A volte ci dimentichiamo che le stazioni sono luoghi di passaggio ma non terre di nessuno, e che nel passaggio stesso a volte c'è tanta più vita che dentro di noi, che al movimento ritmico delle andate e dei ritorni ci siamo assuefatti, fino al punto di non essere più in grado di percepire la sensazione del viaggio.

Baol ha detto...

Bellissimo!!!!

Flavia ha detto...

Mi piace essere sorpresa! Questo mi capita sempre quando ti leggo.

Gracias!

Flà

desaparecida ha detto...

vi abbraccio
forte
forte
forte
:)

AndreA ha detto...

Wow, che viaggione!!
Grande Max!! ;)

A presto! :)

pansy ha detto...

Stupendo!! ;-))))

JANAS ha detto...

e da molto tempo che viaggia?
mai preso il treno sbagliato per la fretta di arrivare al posto giusto?
mai preso il treno giusto per poi avere la sensazione di arrivare nel posto sbagliato?
un abbraccio

MasterMax ha detto...

Scusate per il ritardo nel rispondere ai vostri commenti, ma come potrete leggere prossimamente ho avuto qualche "impegno".
Vi ringrazio tutti e vi mando un lungo abbraccio.

miciapallina ha detto...

Mi sei mancato.... leggerti mi coccola sempre il cervello e l'anima!
nasinasi ronronanti