domenica 30 settembre 2007

La doccia nella vecchia fattoria

Durante la settimana, la doccia per me è semplicemente uno dei processi della catena di montaggio che consentono al mio corpo di passare dallo stato di morte apparente che assumo durante il sonno, allo stato di semi incoscienza con la quale mi trascino fumando verso il box auto. Stato che per mia fortuna va via via dissipandosi nel momento in cui infilo il casco e i guanti prima di salire in moto. Il sabato è ovviamente il giorno da dedicare alle faccende da sbrigare: la spesa, le scarpe da comprare alla piccola peste, le bollette da pagare, il salto al Castorama per comprare questo o quello, eccetera, eccetera. Poi, inaspettata arriva lei, la signora di tutti i giorni: la domenica. In quel giorno speciale, la linea di produzione è ferma e per una volta è il cervello a svegliare tutti gli altri organi (e non i reni come accade nel resto della settimana). La mia compagna di vita sa che se c'è una cosa che adoro fare è dormire con la radio accesa e così alle 08:01, quando Lorenzo inizia a reclamare a gran voce la sua colazione al grido di latte! latte! Mamma sveglia! la sento darmi un bacio prima di alzarsi e dirigersi, chiudendo la porta della camera da letto, verso la cucina con il piccolo braveheart al seguito. Io rimango giacente lì, in uno stato di sonno cosciente ad ascoltare musica fino al momento in cui, ormai sazio, decido di rimettere i piedi per terra. Un lungo e rumoroso sbadiglio degno di un orso che si ridesta dal letargo avverte i coinquilini del mio risveglio. Un rapido passaggio dal bagno per consentire al guerriero di tornare nello stato di quiete e quindi dalla cucina, per carpire un bacio dalla splendida donna che già da qualche ora è indaffarata a sistemare i bagordi della sera prima. In attesa che il caffè spanda i suoi aromi per la casa e si palesi magicamente trasportato dalla mia geisha, mi siedo sulla poltrona in pelle nera della mia scrivania, recente acquisto della scuderia, per un rapido sguardo alla blogosfera. Un commento qui, una risata lì e il momento delle abluzioni è finalmente arrivato. Trovo il piccolo uomo nella vasca intento a simulare un motore fuoribordo spernacchiando l'acqua del bagnetto. Una risata, una carezza ed entro nel box doccia dove l'acqua calda questa volta non serve a riattivare le sinapsi, ma solo a coccolare me stesso. La piccola peste intanto canta iaaa, iaaa, ooohh e decido di unirmi volentieri al coro. Così, tra uno shampoo e un'accurata strigliatura di ascelle e pudenda, il bagno viene inondato dagli animali dello zio Tobia: il cavallo, il cane, la mucca e l'asinello da me nominati vengono seguiti dal regolare verso emesso dal piccolo uomo in infusione. Esco, mi avvolgo nel telo da bagno e mi dirigo verso lo specchio per espletare quella biblica condanna che affligge noi uomini: la barba. Sì perché se le donne hanno le loro cose, noi maschietti abbiamo la rasatura. L'unica differenza è che quando abbiamo la peluria incolta per pigrizia o come nel mio caso, semplicemente per recuperare qualche minuto di sonno al mattino, non possiamo addurre scuse da sindrome prerasatura. A volte non so se preferirei avere le mie cose: d'altronde stando alle pubblicità al gentil sesso basta un bell'assorbente alato e via giù con il paracadute prima di accompagnare i figli a scuola. Lorenzo assiste divertito alla scena del mio volto che viene riempito di soffice schiuma bianca dal pennello e quindi al rasoio che asporta via l'odiosa escrescenza tricotica. Poi la crema dopobarba, il gel sui capelli, il deodorante per l'ascella perché va bene essere maschi unti e muscolosi, ma l'ascellazza puzzosa mi sembra eccessiva, e sul mio volto riappare lo sguardo sereno di un tempo.
Mi dirigo verso la cucina per preparare il pranzo: oggi vista la fredda giornata una polenta e sugo sembra l'ideale. Mescolo gli aromi alla carne e dopo la sua tostatura nella cipolla, aggiungo un po di buon vino rosso e di quel meraviglioso prodotto del sole siciliano chiamato estratto di pomodoro del quale ogni anno non dimentico mai di portare con me una piccola scorta. Lorenzo mangia in soggiorno davanti i cartoni, noi ci concediamo un tête-à-tête in cucina. Al termine caffè con uno schizzo di sambuca e quindi come un vecchio leone mi adagio sul divano, pronto a concedermi la meritata pennica. Scelgo il programma adatto su sky che non abbia nulla a che fare con l'odiato calcio ovviamente. Trovo un programma sui costruttori di motociclette che mi sembra ideale. La piccola peste è nella sua stanza a giocare. Al mio risveglio un innaturale silenzio avvolge la casa, segno che il guerriero è a riposo. Preparo un tè da sorbire in attesa della ripresa delle ostilità. Mi seggo al computer e scrivo un post su questa domenica che sta lentamente volgendo al termine. Mia moglie è serenamente sdraiata sul divano davanti il televisore: è il suo turno. Se dovessi ricordare un bel giorno credo che quello di oggi entrerebbe di diritto nelle nomination. Ieri io e la mia amante, donna, compagna di vita abbiamo compiuto otto anni di matrimonio. Otto anni che a me sembrano otto giorni dove il tempo è scivolato via come gli orologi di Dalì. Otto anni in cui l'ho vista divenire sempre più bella, più donna. Vorrei che lo stesso copione di oggi andasse in scena più spesso, ma so che non è possibile. L'unica cosa che posso fare è conservarne il ricordo, per sempre.

[Foto]: Persistenza della memoria, Salvator Dalì 1931. Museum of Modern Art New York

sabato 29 settembre 2007

Aiuto per la popolazione Birmana - Help the people of Burma (Birmania)

- Post this meme on your blog -
Note: this is a new kind of online protest that uses blogs to spread a petition globally. To participate, just add your blog by following the instructions in this blog post.
This not an issue of partisan politics, this is an issue of basic human rights and democracy. Please help to prevent a human tragedy in Burma by adding your blog and asking others to do the same. By passing this meme on through the blogosphere hopefully we can generate more awareness and avert a serious tragedy. As concerned world-citizens this something we bloggers can do to help.

How to participate
1. Copy this entire post to your blog, including this special number: 1081081081234
2. After a few days, you can search Google for the number 1081081081234 to find all blogs that are participating in this protest and petition.
Note: Google indexes blogs at different rates, so it could take longer for your blog to show up in the results.

The situation in Burma and why it matters to all of us
There is no press freedom in Burma and the government has started turning off the Internet and other means of communication, so it is difficult to get news out. Individuals on the ground have been sending their day-by-day reports to the BBC, and they are heartbreaking. I encourage you to read these accounts to see for yourself what is really going on in Burma. Please include this link in your own blog post.

The situation in Burma is increasingly dangerous. Hundreds of thousands of unarmed peaceful protesters, including monks and nuns, are risking their lives to march for democracy against an unpopular but well-armed military dictatorship that will stop at nothing to continue its repressive rule. While the generals in power and their families are literally dripping in gold and diamonds, the people of Burma are impoverished, deprived of basic human rights, cut off from the rest of the world, and increasingly under threat of violence.

This week the people of Burma have risen up collectively in the largest public demonstrations against the ruling Junta in decades. It’s an amazing show of bravery, decency, and democracy in action. But although these protests are peaceful, the military rulers are starting to crack down with violence. Already there have been at least several reported deaths, and hundreds of critical injuries from soldiers beating unarmed civilians to the point of death.

The actual fatalities and injuries are probably far worse, but the only news we have is coming from individuals who are sneaking reports past the authorities. Unfortunately it looks like a large-scale blood-bath may ensue — and the victims will be mostly women, children, the elderly and unarmed monks and nuns.

Contrary to what the Burmese, Chinese and Russian governments have stated, this is not merely a local internal political issue, it is an issue of global importance and it affects the global community. As concerned citizens, we cannot allow any government anywhere in the world to use its military to attack and kill peacefully demonstrating, unarmed citizens.

In this modern day and age violence against unarmed civilians is unacceptable and if it is allowed to happen, without serious consequences for the perpetrators, it creates a precedent for it to happen again somewhere else. If we want a more peaceful world, it is up to each of us to make a personal stand on these fundamental issues whenever they arise.

Please join me in calling on the Burmese government to negotiate peacefully with its citizens, and on China to intervene to prevent further violence. And please help to raise awareness of the developing situation in Burma so that hopefully we can avert a large-scale human disaster there.

Thank you.

Qui trovate il testo in italiano. Grazie a Mario l. per la traduzione.

giovedì 27 settembre 2007

Me²

Avete presente quando un problema con un fornitore (telefono, banche, assicurazioni, etc.) vi assilla e decidete di chiamare il famigerato numero verde?

- Digitare 1 per parlare con un'operatrice con le tette piccole
- Digitare 2 per parlare con un'operatrice con le tette medie
- Digitare 3 per parlare con un'operatrice con le tette grosse
- Digitare 0 per parlare con una mucca.

Dietro quelle semplici domande automatiche, quelle insulse musichette che sentirete fino alla nausea aspettando di sentire una voce umana, quell'operatore che decide di degnarvi di una sua risposta e magicamente sa già chi siete e da dove chiamate, dietro tutto questo si nasconde in realtà un mondo fatto di centralini, connessioni, linguaggi, software e tanto sudore da parte di poveri consulenti informatici che su quei server hanno perso la loro giovinezza e i loro sogni d'infanzia. Tutto questo è il famigerato mondo del CTI (Computer Telephony Integration) ed è più o meno quello che sto studiando per adesso. Spero quindi mi perdonerete se negli ultimi giorni non sono stato molto presente ma vi prometto che non appena mi avranno lobotomizzato per bene, tonerò a farvi visita.
Ma adesso basta parlare di me... parliamo di meme!
La cara Ross mi ha nominato per il meme dei segreti che a dire la verità ho trovato divertente per cui, bando agli indugi ed eccovi gli scoops!

1. Da piccolo ero un piromane.
A sei anni ho inavvertitamente dato fuoco alla porta della mia stanza giocando con un accendino e dei giornali. Crescendo ho affinato la tecnica e uno dei miei giochi preferiti era quello di costruire delle casette di legno, arredarle con mobili fatti di mattoncini lego e quindi, cospargerle allegramente di alcool e dargli fuoco.

2. Ho imparato a leggere a cinque anni, dopo aver trovato il vecchio abecedario di mio fratello chiesi a mia madre di insegnarmi a leggere. Mia madre credeva la stessi prendendo in giro. Qualche giorno dopo mi iscrisse in primina.

3. Non ho mai reagito alle provocazioni. Anche se so
difendermi senza problemi, ho sempre cercato la via del dialogo. Purtroppo non tutti sono del mio stesso avviso e a volte scambiano tale volontà con debolezza. Al mio primo imbarco, dopo l'accademia, una notte mentre dormivo venni tirato fuori dalla branda, avvolto in una coperta e quindi allegramente picchiato con calci e pugni. Ne uscii con qualche costola incrinata, il setto nasale quasi rotto e vari ematomi. Dopo un mese, una volta guarito, tornai dai responsabili (assieme ad altri commilitoni) e li feci sbarcare in barella.

4. Guardo regolarmente Un posto al sole da circa 8 anni.

5. Sono un disordinato atipico. Sono incapace di infilare la biancheria sporca nel cestone ma ho un ordine maniacale per i quaderni e tutto ciò che riguarda il mio lavoro. In ufficio chiamano la mia scrivania "il cimitero degli elefanti".

6. Ho chiesto alla mia compagna di vita di sposarmi per telefono. Ero a Milano e al termine di una litigata, la freddai con la frase "vabè, allora ci sposiamo. Chiediti la mano a tuo padre e prepara tutto il necessario: prete, cibo, etc." Lei era convinta che stessi scherzando. Si rassicurò solo il giorno delle nozze, quando passando con la macchina davanti la chiesa, mi vide fumare sul sagrato mentre parlavo con il testimone.

7. Dopo le medie, mi iscrissi al liceo Scientifico. Nella mia prima versione di latino tradussi "Achille, alla vista dei greci, gettò
via le armi e scappò travestito con abiti femminili". Mi dissi che forse era una tattica di guerra, che magari aveva in mente di tornare dopo e consegnai il compito. Il brano in realtà diceva più o meno "Achille nascose le armi negli abiti delle donne e alla vista dei greci li riprese costringendoli alla fuga". La professoressa non mi perdonò mai di aver fatto diventare Achille una femminuccia paurosa e un vile codardo. Quell'anno venni bocciato e decisi di cambiare indirizzo di studi. Non mi sono mai pentito di aver sbagliato quella versione.

8. Riesco a dormire su qualsiasi superficie solida e liquida solo se non a contatto diretto.


E' ormai arduo nominare tre bloggers che non siano già passati per questo meme, ma penso di averli trovati:

- Lo zingaro per cercare di oliare nuovamente i suoi ingranaggi inceppati.

- Paola perché sono troppo curioso di conoscere gli aneddoti segreti di una bella ragazza che come se non bastasse, fa l'informatica di professione!

- Tu, si proprio tu che leggi questo blog e ancora non sei stato nominato da nessuno!


domenica 23 settembre 2007

Anno XXXIII, Vita IV

Trentatré è un numero naturale posto dopo il 32 e prima del 34. Nell'immaginario collettivo è spesso associato al numero degli anni di Cristo o al numero suggerito dal medico per auscultare il paziente. Pochi sanno che è allo stesso tempo un numero difettivo, un numero triangolare e il numero atomico dell'arsenico (As). Alcuni forse lo ricordano perché è il numero di trentini che entrarono a Trento trotterellando in un famoso scioglilingua, ma è anche il numero di canti nei quali è divisa la Divina Commedia, il numero delle consonanti contenute nell'alfabeto Hindi e il numero di vertebre di una normale colonna vertebrale umana. Qualche anno fa (ad esempio trentatré) i ragazzi ascoltavano nei mangiadischi i 33 giri, cioè i dischi letti dai grammofoni con velocità di rotazione di 33.333 giri al minuto, mentre impostando sul satellite le coordinate 33°33'N si arriverà nella città di Bagdad.
Tre anni meno tre mesi fa ho conosciuto una persona speciale che mi ha cambiato per sempre. Un numero può essere tante cose, per me è solo un altro anno da passare con le persone a cui voglio bene e questo è l'unico regalo che voglio per oggi, in cui compio 100001 anni.

[Dio ha creato i numeri interi, tutto il resto è opera dell'uomo]
(Leopold Kronecker)

[Foto: Antoni Gaudi (1852-1926) "Magic Square" Sagrada Familia, Barcelona, Spain]

mercoledì 19 settembre 2007

Primo giorno... e poi

Sono stato latitante per un pò dal mio diario e da tutti voi. Me ne scuso. Avete inondato il post precedente di messaggi bellissimi. Per qualcuno stava anche scappando l'occhio lucido, ma per fortuna sono riuscito a trattenermi in tempo e nessuno ha potuto scattarmi una foto ricattatrice. In questa settimana di assenza, il lavoro e lo studio della nuova applicazione mi hanno completamente assorbito ma ogni sera per fortuna arriva sempre il ritorno a casa, dove posso finalmente appurare le novità del giorno.


MM - Allora? Com'è andata? Ha fatto il bravo? La scuola è ancora in piedi? Le maestre le hanno già ricoverate alla neuro?
Compagna di Vita - Si, è stato bravissimo! Da non crederci! Fa il bravo, mangia tutto... anche le verdure e la frutta!

E sì. Perchè i bambini, quelle tenere creature innocenti e sadiche, godono nel vedervi schiumare dalla bocca per l'infarto in corso che vi hanno procurato. A casa potete anche pregarli vestiti da bugs bunny di mangiare una carota, ma loro rifiuteranno di aprire la bocca peggio di un prigioniero politico. A scuola invece, vedendo gli altri, mangeranno da soli e si sbaferanno intere valli degli orti. Certo non è sempre così. In alcuni casi i bambini non mangeranno neanche a scuola continuando a nutrirsi agevolmente di aria. E voi schiumerete, sempre più, come un boccale di birra all'ocktober fest.
Nel caso della piccola peste, al termine del primo giorno tutte le maestre (non solo le sue) conoscevano già il suo nome. Il secondo lo conoscevano anche tutti i bambini. Al terzo veniva sbaciucchiato all'arrivo da due splendide bambine. Ed è esattamente questo punto che normalmente in un padre, scatta quella molla chiamata orgoglio paterno. Senza neanche rendervene conto, inizierete a gonfiare il petto come un pavone e aprendo tutte le vostre piume escalmerete: Bhè... certo è MIO figlio... ha preso TUTTO da ME... tutto SUO PADRE... Ehhh buon sangue non mente... e altre cazzate del genere. Vostra moglie vi guarderà con commiserazione e nel momento stesso in cui ella vi farà notare come solo fino alla sera prima il figlio fosse solo SUO e aveva sicuramente preso dai SUOI cromosomi o da quelli dell'idraulico, voi negherete tutto con veemente fermezza. Tutto dimenticato... fino alla prossima malefatta ovviamente, in cui il figliolo tornerà ad essere solo SUO.
C'è poco da fare. I papà sono così. Tutti i figli son campioni. Le figlie principesse.

Il pargolo di un amico raccoglie un cacciavite e glielo porge? Hai visto? Ha preso tutto da me! Già lo vedo astroingegnerefisiconuclearemedicogenetista. Mi domando in quanti si soffermano veramente a chiedere ai figli cosa vogliono fare, appoggiandoli in ogni loro aspirazione.

MM - Lore... e tu cosa vuoi fare da grande?
Piccola Peste - Il cuoco! Il topo cuoco!
(dopo aver visto il trailer di Ratatouille, il nuovo film Pixar NdM)

Per me, se lo desidera, può fare anche il trapezista ma se devo proprio dirla tutta, il cuoco non mi dispiacerebbe affatto... a condizione che mi accetti come aiuto, s'intende!

martedì 11 settembre 2007

Il primo giorno

Stamattina prima di uscire ti ho baciato e tu, nel sonno, mi hai sorriso. Oggi è il tuo primo giorno di scuola. Il primo di tanti. Stai crescendo figlio mio. Ed io me ne accorgo da questi momenti.
Sei arrivato a scuola con il tuo zainetto sulle spalle. Le matite colorate, l'album, il grembiulino. Tu come al solito, piccolo grande uomo, ci hai stupito. Hai salutato la mamma e sei corso ad esplorare la tua classe. Con quella fiducia nel prossimo e quella gioia di vivere che ti contraddistingue, sempre.
Non un pianto, una lacrima. Solo un sorriso.
Tante battaglie ti aspettano, ma le affronteremo assieme, mano nella mano.
E quando vorrai, lascerai la mia mano e cammineremo l'uno di fianco all'altro. Come due uomini. Due amici. Come padre e figlio.

venerdì 7 settembre 2007

Quando sarò grande


"Quando sarò grande e tu ridiventerai piccolo, sarò io ad accompagnati al parco papà.
Ti comprerò il cono con fragola e limone e giocheremo tutto il giorno sull’altalena."

"Quando sarò grande e tu sarai ridiventata piccola, mamma, anch’io un giorno non ti farò andare a scuola, prenderò la macchina e ti accompagnerò sulla spiaggia d’inverno, a scegliere i sassi più belli per farli rimbalzare sul mare."

"Quando sarò grande e tu sarai ridiventata piccola, mi prenderò cura io di te. "

[Avevo solo cinque anni. Sarebbe stato bello riuscire a farlo.]


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[Foto: Trey Ratcliff - "Cleaving the Earth" - www.stuckincustoms.com. Released on Creative Commons License.]

mercoledì 5 settembre 2007

In arancine we trust

Una delle pietanze siciliane più famose all'estero è sicuramente quella palla di riso ripiena chiamata arancina. Il termine deriva dalla forma sferica che per l'appunto ricorda una piccola arancia. Lo stesso piatto è altresì noto ai più, con l'errato termine di arancini e la diatriba circa l'attribuzione maschile o femminile del sostantivo si conduce ormai dalla notte dei tempi. Infatti, mentre nella zona est della Sicilia (dal palermitano al trapanese per intenderci) è quasi d'obbligo chiedere un'arancina, nei bar della zona orientale (dall'agrigentino al catanese) vengono serviti gli arancini. Non mi addentrerò quindi in arzigogolate digressioni etimologiche, territoriali o storiche circa la paternità panormita del piatto, vorrei solo ricordare a tutti coloro i quali hanno sempre utilizzato il sostantivo maschile (Camilleri compreso) che l'arancio è l'albero e l'arancia ne è il frutto. La pietanza in questione raffigura il frutto, non l'albero che risulterebbe alquanto complicato da imbottire.
I ripieni più comuni sono due: alla carne e la versione più light denominata al burro. Nel primo caso, la carne è rappresentata da un ristretto ragù di carne con piselli; nel secondo il burro è accompagnato nel suo cammino da pantagrueliche (adoro questo meraviglioso termine) dosi di prosciutto e mozzarella filante. Ovviamente lo stesso procedimento può essere utilizzato per altre tipologie di ripieni: agli spinaci, al salmone e a tutto quello che la vostra fantasia vi suggerisce. Se, leggendo queste parole, un certo languorino inizia ad assalirvi e notate un copioso aumento della salivazione, tranquillizzatevi: è la normale reazione di fronte un buon piatto di arancine.


Arancine

(Dosi per circa 15 pezzi)

Ingredienti per il riso:
500 gr. di riso Arborio o Roma
una bustina di zafferano
sale q.b.

Ingredienti per il ripieno alla carne:
250 gr. di carne di manzo tritata
50 gr. di concentrato di pomodoro
100 gr. di piselli
1/2 cipolla
2 carote
1/4 bicchiere di vino rosso.
olio extra vergine, sale, zucchero q.b

Ingredienti per il ripieno al burro:
250 gr. di prosciutto cotto
250 gr. di mozzarella
50 gr. di burro (o in alternativa margarina)
100 gr. circa di besciamella
qualche ciuffo di prezzemolo tritato fine
pepe.

Ingredienti per la panatura e la frittura:
6 uova
300 gr. di pangrattato fine
2 l. di olio per fritture (arachidi o semi vari)

Preparazione degli ingredienti:
Lessate in poca acqua salata il riso, aggiungendo se necessario altra acqua durante la cottura. Circa a metà, aggiungete lo zafferano e mescolate con cura. Appena il riso sarà al dente, scolatelo e ponetelo a raffreddare su un piatto o in una pirofila. Il risultato dovrà essere un risotto colloso, dove i chicchi non dovranno essere scotti, ma risultare comunque separati.Mentre il risotto si raffredda, iniziate la preparazione del ragù. Tritate la cipolla e ponetela in una casseruola con poco olio evo. Appena la cipolla sarà dorata, aggiungete il tritato che avrete prima massaggiato con un po' di sale e di pepe e la carota tagliata a piccoli cubetti. Con una spatolina, tirate per bene la carne, in modo da farle assumere il tipico aspetto sgranato. Al termine di questa operazione, sfumate con il vino rosso o con il marsala. Aggiungete il concentrato di pomodoro continuando a rimescolare e appena gli ingredienti saranno amalgamati per bene, diluite con un bicchiere circa di acqua calda. Fate riprendere il bollore e continuate a far sobbollire finquando il composto non sarà ben compatto. Qualche minuto prima di spegnere, aggiungete i pisellini e rigirate on cura. Al termine, ponete il ragù in un piatto e lasciatelo raffreddare.Passate ora alla preparazione degli ingredienti per le arancine al burro: tagliate il prosciutto e la mozzarella in piccoli cubetti, preparate la besciamella (va bene anche quella acquistata già pronta) e tritate finemente il prezzemolo. Ponete il tutto in alcune ciotole e passate alla composizione delle arancine.

Composizione:
Disponete tutti gli ingredienti sul tavolo da lavoro e, se potete, fatevi aiutare da qualcuno per la composizione delle arancine. Sbattete in una ciotola le uova per la panatura, mettete il pangrattato in un'altra e disponete un po' d'acqua in una terza ciotola. L'acqua servirà per bagnarvi le mani di volta in volta, in modo che il riso non vi si appiccichi sui palmi. Per la composizione, procedete come segue:
> Bagnatevi le mani e prendete una piccola manciata di riso.

> Disponetela aperta sul palmo della mano, in modo da formare una piccola conca.

> Inserite un abbondante cucchiaio di ragù all'interno e con l'altra mano, richiudete con un'altra manciata di riso. Nel caso del ripieno al burro, inserite all'interno dei cubetti di prosciutto, di mozzarella, circa mezzo cucchiaino di burro, un po' di prezzemolo, una spolverata di pepe e un goccio di besciamella.


>
Facendo attenzione a non far fuoriuscire il ripieno, cercate di formare una piccola palla per le arancine con ripieno di carne e un ovale per quelle con ripieno di prosciutto.

> Passate l'arancina nell'uovo e quindi subito nel pangrattato, cercando di farlo aderire bene alla superficie.

Ricordate che quest'ultima operazione è la più importante. Da una buona panatura dipende la riuscita di una buona arancina. Una volta terminata la preparazione delle arancine, possiamo passare alla fase della friggitura. Disponete in un tegame circa 2 litri di olio per fritture. Considerate che le arancine devono friggere per immersione. Portate l'olio alla giusta temperatura, che non deve essere troppo caldo da bruciare le arancine, nè troppo freddo da non renderle croccanti. Un buon trucco per capire se l'olio ha la giusta temperatura e quella di buttare al centro un pizzico di farina. Se l'olio è caldo, la farina si espanderà dal centro verso l'esterno, diversamente, cadrà al fondo. Inserite le arancine, una o due per volta in funzione della capienza del tegame, nell'olio e fate dorare per circa 3-5 minuti. Scolatele, diponetele su carta assorbente e servitele tiepide.
Che altro dire... buon appetito!

"Si avvertono i gentili passeggeri che la carrozza ristorante è aperta"

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[Foto] ©Binario 19, Mastermax 2007.
[Ringraziamenti] Le splendide mani che vedete nelle foto sono della mia adorata compagna di vita, che ringrazio per la collaborazione e la pazienza.

martedì 4 settembre 2007

Help 2.0 o il battito dei blog

Spesso ci siamo visti recapitare nella nostra casella di posta, uno di quei messaggi in cui si chiedeva aiuto per una bambina o un bambino malato. Leggevamo la missiva e la inoltravamo senza pensarci, senza fermarci due minuti a riflettere. Se lo avessimo fatto, ci saremmo accorti che il messaggio era in realtà fasullo e l'unico scopo di quella missiva era quello di generare spam e intasare i postoffice aziendali. Ma queste spregevoli iniziative non hanno solo generato qualche difficoltà agli amministratori di rete, hanno contribuito a inasprire il cuore delle persone che si affacciano giornalmente sul mondo virtuale.

Da un pò di tempo, gira per il web un'iniziativa chiamata Help 2.0: un altro anno per Gramos. Controllo. Si. Purtroppo è' tutto vero. L'iniziativa è lanciata da Morgan, una persona della quale ci si può fidare ciecamente.
Gramos esiste ed ha bisogno del nostro aiuto.
Gramos ha dodici anni e un bisogno tremendo di credere in qualcosa di bello. Di credere che il mondo sia un bel posto dove vivere.
Gramos ha la tirosinemia e per curarlo occorre un farmaco costosissimo.
Basta poco per poter cambiare il mondo, basta poco per passare una giornata migliore. Oggi non ho comprato le sigarette. Ho fatto del bene a me e a lui. Fatelo anche voi.

Date un'occhiata QUI al blog di Morgan e aderite.
Grazie