mercoledì 19 dicembre 2007

E' arrivato il Natale...

Due certificazioni in cinque giorni. Lavoro, studio, famiglia, lavoro, famiglia, studio... e così via all'infinito. Inizio a nutrire una certa avversità per questo trabiccolo che comunque mi consente di tirare avanti la carretta. Ma poi... eh... e poi ... e poi arriva il Natale!
Le luci, i regali, i Babbi Natale appesi come salami fuori dai balconi in attesa di commettere le peggiori effrazioni all'interno delle abitazioni. I ghigni degli esercenti in attesa dei polli da spennare.
Nei prossimi giorni Le famiglie inizieranno a mettersi d'accordo sul come e sul dove vedersi: il quando è l'unica cosa sul quale sono tutti unanimi. Le televisioni si riempiono di offerte telefoniche da 1.000.000 di sms gratis al giorno e l'ennesima replica di una poltrona per due rifarà capolino nei palinsesti per la vigilia. I negozi tingono le loro vetrine di rosso mostrando l'intimo più sexy per la notte di Capodanno. Le nonne e le mamme, chiameranno tutto il parentame conosciuto da memoria umana per sentire come va dopo essersene altamente sbattute le ovaie per dodici mesi e invitando alla cena della vigilia anche il vecchio zio scapolo e rincoglionito: quello che tutti gli anni sancisce puntualmente l'arrivo del panettone con un sonoro rutto e una scorreggia sotto il tavolo da far impallidire anche le fogne di Bangalore. Eh, ma come non farlo perché a Natale siamo tutti più buoni: dobbiamo essere più buoni, costi quel che costi.
I forzati dello shopping correranno per il regalo last minute della zia Concettina e del cugino Pietruzzo che l'anno scorso ci abbiamo regalato la sciarpa dell'inter. Il dodicesimo paio di guanti verrà regalato al nonno, che non mette il naso fuori di casa dal '97, e il cognato Nenè riceverà l'ennesimo maglione color senape rancida con una bella renna stampata. Le città continueranno a sprecare risorse energetiche in quel tripudio di luci e lucette buone solo a far aumentare i costi dell'ici. Fiumane di gente si uccideranno per acquistare il nuovo telefonino ifon che ce l'hanno visto al collega. I bambini continueranno a credere in quel vecchio panzone alcolizzato inventato dalla Coca-Cola cinquant'anni fa o più al solo scopo di vendere la loro bevanda, più nociva del discorso di fine anno e più dannosa alla salute di giggidalessio.

E Dio cacciando Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre disse loro...
"Andatevene fuori dai coglioni, brutti ladri... che oltretutto sta per cominciare Amici di Mariadefilippi!!
Tu Donna: partorirai nel dolore e avrai le mestruazioni ogni qualvolta dovrai partecipare ad cena importante!
E tu Adamo: non riuscirai più a prendere il fiaschetto per segnare le caselle a monopoli e avrai fra le palle un intero mese di festività natalizie!!"

Ora, per quanto l'io uomo possa considerare questo periodo una delle peggiori e pestilenziali rotture di coglioni, l'io papà cerca di fare il possibile per far divertire la piccola peste, perché alla fine il Natale è (o dovrebbe essere) solo la festa dei bambini. L'unico momento che adoro di tutto questo periodo è la mattina del 25 dicembre, quando il pulcino correrà sotto l'albero per vedere quanti regali sono arrivati e scartarli. Vederlo giocare in pigiamino, con le gote rosse è l'unico pensiero che rallenta il movimento circolare dei miei ammennicoli consentendomi di attendere con ansia l'arrivo della vecchia maitresse dal naso ricurvo che finalmente si porterà via questa biblica condanna... almeno fino al prossimo anno ovviamente!

ah... dimenticavo... Buone Feste, e per quanto mi riguarda... io speriamo che me la cavo!

venerdì 7 dicembre 2007

Thinking Blogger Award

Le gratificazioni si sa, sono sempre gradite. Che siano semplicemente una pacca sulla spalla da un amico o una placca di metallo virtuale da appendere sul muro del proprio blog.
Ebbene si, il caro PopAle (che immagino sempre piroettare leggiadro davanti la sua sua Wii) mi ha conferito l'onorificenza del Thinking Blogger Award e io questa volta mi sono messo d'impegno riuscendo ad evadere la richiesta nel giro di soli 25 giorni!

Il Thinking Blogger Award è un meme nel quale si nominano 5 blog che ti fanno riflettere per i loro post. Queste sono le mie nominescion:

Il blog Suysan per il suo naturale modo di essere una splendida mamma sprint.

Il blog della multilingua, multinazionale, cittadina del mondo Angela Lopes: bisogna conoscere almeno due lingue per seguirlo ma affronta in modo chiaro e semplice temi globali che riguardano tutti noi e che purtroppo spesso tendiamo a dimenticare.

Il blog della Regina Madrigopolis. Il mondo visto con i suoi occhi sembra diverso. I suoi post ti lasciano sempre qualcosa e se più giornalisti scrivessero come lei, forse io acquisterei più giornali.

Il blog delle memorie di Sergio. Mi piace l'impeto che mette nei suoi post. In lui vedo un uomo che non si è mai arreso, che non solo crede che le cose possano cambiare: ne è convinto. E in questo vedo molto me stesso.

Il blog di Mari. A prima vista sembra solo il blog di un uomo che sta ristrutturando casa. I suoi post sono l'esempio lampante di come tutti con un pizzico di buona volontà (e i giusti attrezzi) possono riuscire in qualsiasi cosa vogliano.

sabato 24 novembre 2007

Radio Meme

Qualche settimana fa (e anche qualcosa in più) il buon S.B. mi aveva nominato per il meme sulle radio e visto il palinsesto offerto stasera dalle reti televisive, mi sembra il tema ideale. Il mio rapporto con la radio inizia circa 33 anni fa ad opera di mia madre, che nel tentativo (vano) di farmi dormire inseriva una piccola radio nella culla sintonizzata sul terzo radiofonico che allora trasmetteva solo in A.M.
Ricordo l'uccellino della RAI emesso dalla radio a valvole di mio nonno, che se volevi ascoltare il gazzettino delle 12 dovevi accendere almeno mezz'ora prima ma poi ci sentivi anche la Russia. Ricordo le prime radio commerciali di Palermo agli inizi degli anni '80: radio in, radio margherita, radio reporter. Studiare significava accendere la radiolina e infilare la cuffia a cerchietto sulla testa: gli auricolari sarebbero venuti fra qualche anno. Le guardie al freddo della notte, passavano velocemente grazie alle voci degli speakers locali. Non importa se nei vari posti dove sono stato, i vari generi musicali trasmessi non rispecchiassero i miei gusti e che non capissi una beneamata mazza di quello che dicessero: era una radio e questo mi bastava. Ancora oggi, la radio è la mia compagna più fedele: in macchina come in ufficio. Non c'è giorno in cui non abbia quei benedetti auricolari nelle orecchie e che i miei colleghi non debbano fare segnali di fumo per attirare la mia attenzione se vogliono interloquire con me.
Ma basta con i ricordi, è venuto il momento del meme, quindi eccovi le mie radio preferite:

1. Radio 105: tutto esaurito mi sveglia al mattino, mi accompagna sotto la doccia e durante il viaggio in macchina fino in ufficio. Alle 14:00 l'appuntamento è fisso con lo zoo.
2. Radio 2: il ritorno in macchina è dedicato al gazzettino e alle ultime notizie. Ogni tanto al mattino becco anche il radio sceneggiato.
3. Virgin Radio: ultima entrata nella mia scuderia, trasmette un'ottima selezione di musica rock (quella vera).
4. Radio Number 1: buona musica anni '80 e ogni tanto trasmettono anche i Kiss. C'è bisogno di dire altro?
5. Radio 3: quando uno ci nasce, come fa a separarsene?

Ma tra tutte le radio che ho seguito nella mia vita c'è n'è una che non ho potuto ascoltare per motivi anagrafici (avevo 2 anni), ma che mi sarebbe piaciuto tanto seguire. Radio Aut era una piccola radio libera aperta nel 1976 a Cinisi, un paese vicino Palermo, da un ragazzo come tanti chiamato Giuseppe Impastato. La sua trasmissione di punta e seguitissima dai giovani di allora si chiamava Onda pazza e sbeffeggiava pubblicamente i traffici e gli affari delle famiglie mafiose locali.

Questo post è dedicato a te Peppino.

martedì 20 novembre 2007

Uno zingaro a Milano

Da tre settimane ormai cercavo di tener fede ad una promessa: "Compà... quando passi da Milano fammi un squillo e berremo volentieri una birra assieme". Ma poi i soliti 1000 casini che mi onoro di ospitare nella mia vita mi avevano portato a rimandare. Ieri sera invece una particolare e fortunosa serie di congetture mi portano ad essere libero sia dal lavoro in orari ragionevoli che da impegni familiari. Non potevo lasciare fuggire l'attimo. Chiamo. In un Piazzale Cadorna praticamente deserto, riesco ad incontrare lo zingaro. Grazie alla mia assoluta padronanza delle strade meneghine (ci siamo persi circa 27 volte) e del mio navigatore analogico peppino - peppino (un vecchio e lacero tuttocittà nonno dell'attuale e moderno tom - tom) riusciamo ad arrivare sulla darsena. Un piccolo localino scelto a caso, 2 birre, un tagliere di formaggi, uno di salumi e due piatti di ravioli di magro con sugo di noci hanno fatto da cornice alla nostra serata. Chiacchere, racconti, pensieri, ricordi, stati d'animo. Un turbine di parole che andavano perfettamente ad incasellarsi come tessere di un mosaico. E poi fuori: una, due, 10 foto con quel terzo occhio che porta sempre nella borsa a tracolla. E' una sorta di animale mitologico: metà uomo e metà nikon digitale. Poi di nuovo in macchina alla ricerca di un pacchetto di sigarette prima di riaccompagnarlo in albergo. Ci siamo ritrovati sotto il binario 19 della Centrale. La vita ha uno strano senso dello humor. Non abbiamo trovato le sigarette, ma io ho trovato sicuramente un amico.
Grazie zingaro, alla prossima!

[Foto by Lo Zingaro - http://www.flickr.com/photos/lozingaro]

lunedì 12 novembre 2007

III

Tre anni fa avevo la barba lunga. Avevo deciso di non tagliarla finché tu non fossi venuto al mondo. Alle 7.09 hai cambiato le nostre vite per sempre. Tre anni fa ero un bambino che teneva in braccio un neonato e non sapeva cosa fare. Ho sbagliato, mi sono ricreduto, ho capito cosa fare poco alla volta. Era un'altra vita. Cerchiamo di insegnarti cosa conta davvero nella vita, ma forse abbiamo imparato più cose noi da te che tu da noi. Sono cresciuto con te, per te e ogni giorno continuiamo a farlo insieme.
Tre anni fa venivi al mondo tra le urla (tue) e i pianti (nostri). Qualche ora dopo dormivi tra le braccia di tua madre e io, guardandovi, pensavo che foste il più bel quadro che avessi mai visto. Hai affrontato tutte le sfide che la vita ti ha messo di fronte come un gladiatore, per poi tornare a giocare come quello che sei: un bambino.
Non ti piace la cioccolata, odi la nutella, preferisci le patatine o il panbu come tu chiami il pane e burro. Porti a scuola i tuoi giocattoli per regalarli ai tuoi amichetti. Per te tutti i bimbi sono uguali. Non vedi alcun colore sulla loro pelle, alcuna differenza nel loro fisico. Sono solo altre piccole pesti come te con le quali giocare. Per te è normale che sia così e per questo (e tanto altro) sono orgoglioso di te.
Buon compleanno mia piccola peste. Scusa questo papà a volte imbranato ma io ce la sto mettendo tutta.

domenica 11 novembre 2007

Metti un sabato...

Metti che un giorno ti accorgi che quel pezzetto di carta logoro, strappato e tenuto insieme solo dallo scotch che esibisci alle hostess dell'Alitalia spacciandolo per la carta di identità, scade tra qualche giorno.
Metti che la settimana precedente sei andato a farti le foto dopo le innumerevoli insistenze di tua moglie che ti ricorda semplicemente che avendo anche il passaporto scaduto, non avresti modo di affermare la tua esistenza o di viaggiare.
Metti un sabato qualunque con il sole che scalda timidamente la giornata e un cielo dipinto da un freddo vento di un meraviglioso azzurro che silenziosamente ti ricorda che l'inverno è alle porte.
Metti che nella stessa mattinata riesci sia a sbrigare le beghe burocratiche in dieci minuti, sia a comprare senza intoppi una tuta nuova sia alla madre che al figlio.
Metti che dopo una pizza veloce, degustata allegramente nel bar del Decathlon di Cinisello, ti ritrovi in macchina senza meta, con la piccola peste che dorme beatamente sul suo seggiolino, cullato dalle asperità della strada del ritorno.
Metti che decidi di prendere dritto e proseguire per Varese verso il lago di Laveno, perché tempo addietro avevi promesso al tuo piccolo campione di fargli vedere le paperelle, le oche e i cigni ma anche perché tu, da ex-marinaio, ogni tanto hai bisogno di vedere un po di acqua muoversi.
Metti semplicemente un sabato di fine autunno al lago: solo tu, la tua compagna di vita e tuo figlio.


Metti che tuo figlio le prova tutte per tuffarsi nel lago ad acchiappare le papere, continuando a chiamarlo... mare.

giovedì 1 novembre 2007

B2B (ovvero ognuno ha i propri business!)

Come ho avuto modo di raccontare alcuni post fa, in questo periodo sto studiando uno tra i prodotti software più utilizzati all'interno dei Call Center, ovvero quegli stanzoni pieni di lavoratori precari che per otto ore al giorno, 365 giorni all'anno, rispondono alle vostre e nostre stupide domande. Ora, il famigerato software in questione, non si preoccupa solo di instradare le chiamate in ingresso (inbound) verso la cuffia della signorina, ma anche di gestire le cosiddette campagne di outbound ovvero le telefonate dal call center verso i vostri recapiti telefonici. Avete fatto ad esempio un preventivo on line per calcolare l'assicurazione della vostra nuova papamobile o più semplicemente il vostro nome è sull'elenco telefonico? Ecco che un giorno il vostro telefono inizierà a squillare e dall'altro capo una dolce e suadente voce femminile principierà:

"Buongiorno, parlo con il signor Stoccaminquattro? Sono Soffoconia della Pirlonka S.p.A. La chiamavo per sapere se era interessato...bla bla e anche strabla!"


Visto che per esperienza personale, il personale dei Call Center è per il 99,8% femminile, eccovi le 10 risposte migliori per sopravvivere ad una campagna di marketing telefonica:

1. Uhm... come percepisco dalla sua voce, mia bella topolona, la sua misura di reggiseno oscilla tra la terza abbondate e la quarta scarsa. Purtuttavia mi tolga una curiosità, ma il perizoma che indossa è di colore nero o bordeaux?
[regola valevole ovviamente per i maschietti. Già che ci siete, vi consiglio anche di aumentare la respirazione, in modo da produrre una voce quasi asmatica]

2. Mi scusi signorina, ma ho lasciato a metà il tracciamento di un pentacolo sul pavimento per invocare il mio signore e padrone e lei sa quanto costi oggigiorno comprare un capretto da sacrificio e quanto il loro sangue coaguli velocemente.

3. Oh parlerei ore con lei ma ho lasciato il bambino a giocare con i detersivi sotto una pentola di acqua in ebollizione, vicino al ferro rovente al lato di un phon acceso poggiato sul bordo del lavello pieno d'acqua nel quale stavo lavando il gatto.

4. Signorina! Finalmente qualcuno con cui parlare. Ma che ne pensa delle ultime scelte del governo? Certo che non ci si può più fidare di nessuno? E vogliamo parlare delle mozzarelle di oggi? Insipide come i rincari ingiustificati della pasta... per non parlare poi del gusto di cloro nelle pizze...
[per questa regola occorre esercitarsi un po, ma se sarete abbastanza veloci nel parlare dovreste sentire il click di riaggancio nel giro di pochi secondi]

5. Buongiorno! La sua telefonata capita a fagiolo, stavamo per l'appunto cercando il settimo partecipante all'orgia che si svolgerà stasera a casa nostra. Vuole partecipare?

6. PRONTOOO?? Conigli? No! Non non abbiamo conigli qui. Prontoo? Ma chi parla? Vallelonga? No, mi spiace non mi intendo di golf...

7. Ho appena gettato una colata di cemento sul massetto della camera da letto e non vorrei dover camminare su un campo di biglie prima di andare a dormire... [dedicata al Mari]

8. Guardi, sono appena atterrato con la mia astronave proveniente da Alpha Centauri per effettuare alcuni test sulla vostra gente e ho ancora tutti i pacchi del trasloco da disfare e devo anche andare a fare la spesa all'Esselunga per i punti fragola. A proposito, ma anche voi avete il secondo sfintere posizionato sul gomito?

9. Senta ma la prematurata supercazzola sbrindola con scappellamento a destra per cui la sfonia della sbrenda parlando con lei mi sgaranza la brendonia?
[un classico intramontabile]

10. Ascolti, ho appena acquistato l'ultimo calendario di Max e dopo una attenta analisi dal punto di vista filologico-culturale stavo per l'appunto giungendo alla conclusione, prima che lei mi interrompesse. Mi scuserà quindi se sono costretto a lasciarla per tornare ai miei studi.

martedì 30 ottobre 2007

La maschera si è rotta


Ok, basta! Bando alle tristezze e alla perversa spirale dell'autocommiserazione. Sono stati giorni duri e altri ancora ne verranno, ma è venuto il momento di uscire dalla tana. Forse la luce si avvicina e ne riesco ad intravedere qualche spiraglio o forse sono io a volerli vedere. Mi sono chiuso per rigenerarmi e non riversare su altri i miei nervosismi. Sono riuscito solo a ferire chi mi circonda e vuole bene, a pungere chi non dovevo.
Ogni mattina indossavo una maschera al solo scopo di annullare la mia identità, di rendere visibile agli altri solo la porzione del mio corpo che volevo si vedesse. Mi nascondevo dietro una mela pensando di non essere scoperto. Il sorriso dipinto nascondeva una lacrima che piano piano lacerava il mio volto nel suo lento scivolare.
Basta. E' ora di riprendere il viaggio da dove l'avevo interrotto. Sono di nuovo l'essere davanti l'apparenza. Sono l'uomo davanti la mela.


[René François-Ghislain Magritte, Le fils de l'homme 1964. New York, Harry Torczyner Collection]

venerdì 19 ottobre 2007

Sapere aude!

Equilibri perfetti si frantumano come delicati cristalli. Come un preda braccata, mi rintano in me stesso, assistendo inerme al crollo del mio piccolo regno.
Etica trascendentale, etica trascendentale.
Spazio e tempo sono quadri mentali a priori entro cui connettiamo i dati fenomenici. Concepiamo lo spazio dai vari spazi, ma intuiamo i vari spazi come un unico spazio. Il tempo è un concetto sensoriale che sento dilatarsi e restringersi in base al mio stato d'animo. Il mio amico si tramuta in nemico.
La mia anima è un ossimoro in perenne contrapposizione con il mio carattere di merda. La saggezza accumulata si dissipa come sabbia al vento. Rabbia, impeto, dolore.
Sapere aude, Sapere aude! Ma qui non è questione di coraggio. Fanculo Kant. Fanculo! Ti odio quando hai ragione.
Guardo le mie ali per terra ormai secche e marce da troppo tempo per poterle utilizzare di nuovo. Indosso la mia corazza e torno a combattere, ma sono solo un panettiere ormai che aspetta il giorno in cui poter tornare a ballare con la sua trapezista: soli come una volta.

sabato 6 ottobre 2007

Il traguardo è la mia partenza



Ci ritrovammo in balia delle onde, a navigare senza sapere come fossimo finiti a bordo di quella nave. Ciò che era cominciato come un piccolo temporale primaverile, si era via via trasformato in una delle peggiori tempeste mai affrontate dall'uomo. Un sfida, l'ennesima, da raccogliere a denti stretti. Senza riferimenti, cercammo di non perdere mai la bussola, tenendo il timone ben saldo tra le mai fino a farle sanguinare, a dispetto di tutti coloro i quali ci indicavano false vie, false speranze. Testardi come sempre abbiamo proseguito, da soli. Trovammo vecchi lupi di mare in luoghi degni dei peggiori gironi danteschi, che ci condussero nei meandri più pericolosi dell'oceano, indicandoci con amore la via da seguire. E noi seguimmo i loro consigli con il sorriso sul volto e la morte nel cuore. Alla fine il traguardo è stato raggiunto, la boa doppiata. L'arrivo di ieri è la nuova partenza di oggi. Senza una rotta, navigando a vista. Il tempo sarà la nostra rotta, la speranza il nostro vento, il cuore la nostra bussola.

giovedì 4 ottobre 2007

Free Burma, Birmania Libera!


Free Burma!


Oggi 4 ottobre molti blogger postando sul proprio blog un messaggio contenente la frase FREE BURMA sosterranno la causa per la Birmania Libera. Vi invito pertanto a prendere visione ed aderire alle petizione sul sito http://www.free-burma.org/ facendo altrettanto sui vostri diari.

Vi riporto un breve aggiornamento tratto dall'ottimo post di Mimmo che ringrazio.

La situazione diventa sempre più grave in Birmania.
Amnesty International ha sollecitato il Consiglio Onu dei diritti umani a pretendere dal governo di Myanmar il rilascio di tutte le persone arrestate nel corso delle manifestazioni pacifiche: oltre 1150 prima dell’attuale crisi insieme alle oltre 150 persone arrestate ad agosto, nei primi giorni di protesta, a meno che queste ultime non siano incriminate per un reato di accertata natura penale.
Oltre 4.000 i monaci arrestati e deportati in veri e propri lager privi della loro tunica ed in luoghi con temperature vicine allo zero.
E mentre sui media di regime proseguono incessanti i video propagandistici che accasano presunti "sabotatori dell'ordine pubblico", le forze di sicurezza del Myanmar continuano ad effettuare decine di arresti e numerosi rastrellamenti in numerosi quartieri della capitale birmana, durante le ore del coprifuoco (ovvero da mezzogiorno!): più di 6000 persone sono state arrestate ieri nella sola Rangoon.

Purtroppo il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, ha detto che il viaggio dell'inviato delle Nazioni Unite a Myanmar "non si puo' definire un successo". Ban Ki-Moon ha sottolineato comunque come l'inviato abbia consegnato "il messaggio piu' fermo possibile" alla giunta militare birmana, riguardo alla violenta repressione delle manifestazioni antigovernative della scorsa settimana.
Intanto i 27 Stati membri dell'Ue hanno raggiunto a Bruxelles un accordo politico sull'inasprimento delle sanzioni in vigore alla Birmania. I dettagli dell'accordo saranno messi a punto nei prossimi giorni e passeranno al vaglio della riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue il 15 ottobre prossimo.

Continua invece la raccolta firme della Sezione Italiana di Amnesty International, giunta ad oltre 35.000 adesioni. Se non l'avete fatto firmate anche voi l’appello per la scarcerazione dei manifestanti arrestati nei giorni scorsi, pubblicato sul sito italiano di amnesty.

Grazie a tutti.

domenica 30 settembre 2007

La doccia nella vecchia fattoria

Durante la settimana, la doccia per me è semplicemente uno dei processi della catena di montaggio che consentono al mio corpo di passare dallo stato di morte apparente che assumo durante il sonno, allo stato di semi incoscienza con la quale mi trascino fumando verso il box auto. Stato che per mia fortuna va via via dissipandosi nel momento in cui infilo il casco e i guanti prima di salire in moto. Il sabato è ovviamente il giorno da dedicare alle faccende da sbrigare: la spesa, le scarpe da comprare alla piccola peste, le bollette da pagare, il salto al Castorama per comprare questo o quello, eccetera, eccetera. Poi, inaspettata arriva lei, la signora di tutti i giorni: la domenica. In quel giorno speciale, la linea di produzione è ferma e per una volta è il cervello a svegliare tutti gli altri organi (e non i reni come accade nel resto della settimana). La mia compagna di vita sa che se c'è una cosa che adoro fare è dormire con la radio accesa e così alle 08:01, quando Lorenzo inizia a reclamare a gran voce la sua colazione al grido di latte! latte! Mamma sveglia! la sento darmi un bacio prima di alzarsi e dirigersi, chiudendo la porta della camera da letto, verso la cucina con il piccolo braveheart al seguito. Io rimango giacente lì, in uno stato di sonno cosciente ad ascoltare musica fino al momento in cui, ormai sazio, decido di rimettere i piedi per terra. Un lungo e rumoroso sbadiglio degno di un orso che si ridesta dal letargo avverte i coinquilini del mio risveglio. Un rapido passaggio dal bagno per consentire al guerriero di tornare nello stato di quiete e quindi dalla cucina, per carpire un bacio dalla splendida donna che già da qualche ora è indaffarata a sistemare i bagordi della sera prima. In attesa che il caffè spanda i suoi aromi per la casa e si palesi magicamente trasportato dalla mia geisha, mi siedo sulla poltrona in pelle nera della mia scrivania, recente acquisto della scuderia, per un rapido sguardo alla blogosfera. Un commento qui, una risata lì e il momento delle abluzioni è finalmente arrivato. Trovo il piccolo uomo nella vasca intento a simulare un motore fuoribordo spernacchiando l'acqua del bagnetto. Una risata, una carezza ed entro nel box doccia dove l'acqua calda questa volta non serve a riattivare le sinapsi, ma solo a coccolare me stesso. La piccola peste intanto canta iaaa, iaaa, ooohh e decido di unirmi volentieri al coro. Così, tra uno shampoo e un'accurata strigliatura di ascelle e pudenda, il bagno viene inondato dagli animali dello zio Tobia: il cavallo, il cane, la mucca e l'asinello da me nominati vengono seguiti dal regolare verso emesso dal piccolo uomo in infusione. Esco, mi avvolgo nel telo da bagno e mi dirigo verso lo specchio per espletare quella biblica condanna che affligge noi uomini: la barba. Sì perché se le donne hanno le loro cose, noi maschietti abbiamo la rasatura. L'unica differenza è che quando abbiamo la peluria incolta per pigrizia o come nel mio caso, semplicemente per recuperare qualche minuto di sonno al mattino, non possiamo addurre scuse da sindrome prerasatura. A volte non so se preferirei avere le mie cose: d'altronde stando alle pubblicità al gentil sesso basta un bell'assorbente alato e via giù con il paracadute prima di accompagnare i figli a scuola. Lorenzo assiste divertito alla scena del mio volto che viene riempito di soffice schiuma bianca dal pennello e quindi al rasoio che asporta via l'odiosa escrescenza tricotica. Poi la crema dopobarba, il gel sui capelli, il deodorante per l'ascella perché va bene essere maschi unti e muscolosi, ma l'ascellazza puzzosa mi sembra eccessiva, e sul mio volto riappare lo sguardo sereno di un tempo.
Mi dirigo verso la cucina per preparare il pranzo: oggi vista la fredda giornata una polenta e sugo sembra l'ideale. Mescolo gli aromi alla carne e dopo la sua tostatura nella cipolla, aggiungo un po di buon vino rosso e di quel meraviglioso prodotto del sole siciliano chiamato estratto di pomodoro del quale ogni anno non dimentico mai di portare con me una piccola scorta. Lorenzo mangia in soggiorno davanti i cartoni, noi ci concediamo un tête-à-tête in cucina. Al termine caffè con uno schizzo di sambuca e quindi come un vecchio leone mi adagio sul divano, pronto a concedermi la meritata pennica. Scelgo il programma adatto su sky che non abbia nulla a che fare con l'odiato calcio ovviamente. Trovo un programma sui costruttori di motociclette che mi sembra ideale. La piccola peste è nella sua stanza a giocare. Al mio risveglio un innaturale silenzio avvolge la casa, segno che il guerriero è a riposo. Preparo un tè da sorbire in attesa della ripresa delle ostilità. Mi seggo al computer e scrivo un post su questa domenica che sta lentamente volgendo al termine. Mia moglie è serenamente sdraiata sul divano davanti il televisore: è il suo turno. Se dovessi ricordare un bel giorno credo che quello di oggi entrerebbe di diritto nelle nomination. Ieri io e la mia amante, donna, compagna di vita abbiamo compiuto otto anni di matrimonio. Otto anni che a me sembrano otto giorni dove il tempo è scivolato via come gli orologi di Dalì. Otto anni in cui l'ho vista divenire sempre più bella, più donna. Vorrei che lo stesso copione di oggi andasse in scena più spesso, ma so che non è possibile. L'unica cosa che posso fare è conservarne il ricordo, per sempre.

[Foto]: Persistenza della memoria, Salvator Dalì 1931. Museum of Modern Art New York

sabato 29 settembre 2007

Aiuto per la popolazione Birmana - Help the people of Burma (Birmania)

- Post this meme on your blog -
Note: this is a new kind of online protest that uses blogs to spread a petition globally. To participate, just add your blog by following the instructions in this blog post.
This not an issue of partisan politics, this is an issue of basic human rights and democracy. Please help to prevent a human tragedy in Burma by adding your blog and asking others to do the same. By passing this meme on through the blogosphere hopefully we can generate more awareness and avert a serious tragedy. As concerned world-citizens this something we bloggers can do to help.

How to participate
1. Copy this entire post to your blog, including this special number: 1081081081234
2. After a few days, you can search Google for the number 1081081081234 to find all blogs that are participating in this protest and petition.
Note: Google indexes blogs at different rates, so it could take longer for your blog to show up in the results.

The situation in Burma and why it matters to all of us
There is no press freedom in Burma and the government has started turning off the Internet and other means of communication, so it is difficult to get news out. Individuals on the ground have been sending their day-by-day reports to the BBC, and they are heartbreaking. I encourage you to read these accounts to see for yourself what is really going on in Burma. Please include this link in your own blog post.

The situation in Burma is increasingly dangerous. Hundreds of thousands of unarmed peaceful protesters, including monks and nuns, are risking their lives to march for democracy against an unpopular but well-armed military dictatorship that will stop at nothing to continue its repressive rule. While the generals in power and their families are literally dripping in gold and diamonds, the people of Burma are impoverished, deprived of basic human rights, cut off from the rest of the world, and increasingly under threat of violence.

This week the people of Burma have risen up collectively in the largest public demonstrations against the ruling Junta in decades. It’s an amazing show of bravery, decency, and democracy in action. But although these protests are peaceful, the military rulers are starting to crack down with violence. Already there have been at least several reported deaths, and hundreds of critical injuries from soldiers beating unarmed civilians to the point of death.

The actual fatalities and injuries are probably far worse, but the only news we have is coming from individuals who are sneaking reports past the authorities. Unfortunately it looks like a large-scale blood-bath may ensue — and the victims will be mostly women, children, the elderly and unarmed monks and nuns.

Contrary to what the Burmese, Chinese and Russian governments have stated, this is not merely a local internal political issue, it is an issue of global importance and it affects the global community. As concerned citizens, we cannot allow any government anywhere in the world to use its military to attack and kill peacefully demonstrating, unarmed citizens.

In this modern day and age violence against unarmed civilians is unacceptable and if it is allowed to happen, without serious consequences for the perpetrators, it creates a precedent for it to happen again somewhere else. If we want a more peaceful world, it is up to each of us to make a personal stand on these fundamental issues whenever they arise.

Please join me in calling on the Burmese government to negotiate peacefully with its citizens, and on China to intervene to prevent further violence. And please help to raise awareness of the developing situation in Burma so that hopefully we can avert a large-scale human disaster there.

Thank you.

Qui trovate il testo in italiano. Grazie a Mario l. per la traduzione.

giovedì 27 settembre 2007

Me²

Avete presente quando un problema con un fornitore (telefono, banche, assicurazioni, etc.) vi assilla e decidete di chiamare il famigerato numero verde?

- Digitare 1 per parlare con un'operatrice con le tette piccole
- Digitare 2 per parlare con un'operatrice con le tette medie
- Digitare 3 per parlare con un'operatrice con le tette grosse
- Digitare 0 per parlare con una mucca.

Dietro quelle semplici domande automatiche, quelle insulse musichette che sentirete fino alla nausea aspettando di sentire una voce umana, quell'operatore che decide di degnarvi di una sua risposta e magicamente sa già chi siete e da dove chiamate, dietro tutto questo si nasconde in realtà un mondo fatto di centralini, connessioni, linguaggi, software e tanto sudore da parte di poveri consulenti informatici che su quei server hanno perso la loro giovinezza e i loro sogni d'infanzia. Tutto questo è il famigerato mondo del CTI (Computer Telephony Integration) ed è più o meno quello che sto studiando per adesso. Spero quindi mi perdonerete se negli ultimi giorni non sono stato molto presente ma vi prometto che non appena mi avranno lobotomizzato per bene, tonerò a farvi visita.
Ma adesso basta parlare di me... parliamo di meme!
La cara Ross mi ha nominato per il meme dei segreti che a dire la verità ho trovato divertente per cui, bando agli indugi ed eccovi gli scoops!

1. Da piccolo ero un piromane.
A sei anni ho inavvertitamente dato fuoco alla porta della mia stanza giocando con un accendino e dei giornali. Crescendo ho affinato la tecnica e uno dei miei giochi preferiti era quello di costruire delle casette di legno, arredarle con mobili fatti di mattoncini lego e quindi, cospargerle allegramente di alcool e dargli fuoco.

2. Ho imparato a leggere a cinque anni, dopo aver trovato il vecchio abecedario di mio fratello chiesi a mia madre di insegnarmi a leggere. Mia madre credeva la stessi prendendo in giro. Qualche giorno dopo mi iscrisse in primina.

3. Non ho mai reagito alle provocazioni. Anche se so
difendermi senza problemi, ho sempre cercato la via del dialogo. Purtroppo non tutti sono del mio stesso avviso e a volte scambiano tale volontà con debolezza. Al mio primo imbarco, dopo l'accademia, una notte mentre dormivo venni tirato fuori dalla branda, avvolto in una coperta e quindi allegramente picchiato con calci e pugni. Ne uscii con qualche costola incrinata, il setto nasale quasi rotto e vari ematomi. Dopo un mese, una volta guarito, tornai dai responsabili (assieme ad altri commilitoni) e li feci sbarcare in barella.

4. Guardo regolarmente Un posto al sole da circa 8 anni.

5. Sono un disordinato atipico. Sono incapace di infilare la biancheria sporca nel cestone ma ho un ordine maniacale per i quaderni e tutto ciò che riguarda il mio lavoro. In ufficio chiamano la mia scrivania "il cimitero degli elefanti".

6. Ho chiesto alla mia compagna di vita di sposarmi per telefono. Ero a Milano e al termine di una litigata, la freddai con la frase "vabè, allora ci sposiamo. Chiediti la mano a tuo padre e prepara tutto il necessario: prete, cibo, etc." Lei era convinta che stessi scherzando. Si rassicurò solo il giorno delle nozze, quando passando con la macchina davanti la chiesa, mi vide fumare sul sagrato mentre parlavo con il testimone.

7. Dopo le medie, mi iscrissi al liceo Scientifico. Nella mia prima versione di latino tradussi "Achille, alla vista dei greci, gettò
via le armi e scappò travestito con abiti femminili". Mi dissi che forse era una tattica di guerra, che magari aveva in mente di tornare dopo e consegnai il compito. Il brano in realtà diceva più o meno "Achille nascose le armi negli abiti delle donne e alla vista dei greci li riprese costringendoli alla fuga". La professoressa non mi perdonò mai di aver fatto diventare Achille una femminuccia paurosa e un vile codardo. Quell'anno venni bocciato e decisi di cambiare indirizzo di studi. Non mi sono mai pentito di aver sbagliato quella versione.

8. Riesco a dormire su qualsiasi superficie solida e liquida solo se non a contatto diretto.


E' ormai arduo nominare tre bloggers che non siano già passati per questo meme, ma penso di averli trovati:

- Lo zingaro per cercare di oliare nuovamente i suoi ingranaggi inceppati.

- Paola perché sono troppo curioso di conoscere gli aneddoti segreti di una bella ragazza che come se non bastasse, fa l'informatica di professione!

- Tu, si proprio tu che leggi questo blog e ancora non sei stato nominato da nessuno!


domenica 23 settembre 2007

Anno XXXIII, Vita IV

Trentatré è un numero naturale posto dopo il 32 e prima del 34. Nell'immaginario collettivo è spesso associato al numero degli anni di Cristo o al numero suggerito dal medico per auscultare il paziente. Pochi sanno che è allo stesso tempo un numero difettivo, un numero triangolare e il numero atomico dell'arsenico (As). Alcuni forse lo ricordano perché è il numero di trentini che entrarono a Trento trotterellando in un famoso scioglilingua, ma è anche il numero di canti nei quali è divisa la Divina Commedia, il numero delle consonanti contenute nell'alfabeto Hindi e il numero di vertebre di una normale colonna vertebrale umana. Qualche anno fa (ad esempio trentatré) i ragazzi ascoltavano nei mangiadischi i 33 giri, cioè i dischi letti dai grammofoni con velocità di rotazione di 33.333 giri al minuto, mentre impostando sul satellite le coordinate 33°33'N si arriverà nella città di Bagdad.
Tre anni meno tre mesi fa ho conosciuto una persona speciale che mi ha cambiato per sempre. Un numero può essere tante cose, per me è solo un altro anno da passare con le persone a cui voglio bene e questo è l'unico regalo che voglio per oggi, in cui compio 100001 anni.

[Dio ha creato i numeri interi, tutto il resto è opera dell'uomo]
(Leopold Kronecker)

[Foto: Antoni Gaudi (1852-1926) "Magic Square" Sagrada Familia, Barcelona, Spain]

mercoledì 19 settembre 2007

Primo giorno... e poi

Sono stato latitante per un pò dal mio diario e da tutti voi. Me ne scuso. Avete inondato il post precedente di messaggi bellissimi. Per qualcuno stava anche scappando l'occhio lucido, ma per fortuna sono riuscito a trattenermi in tempo e nessuno ha potuto scattarmi una foto ricattatrice. In questa settimana di assenza, il lavoro e lo studio della nuova applicazione mi hanno completamente assorbito ma ogni sera per fortuna arriva sempre il ritorno a casa, dove posso finalmente appurare le novità del giorno.


MM - Allora? Com'è andata? Ha fatto il bravo? La scuola è ancora in piedi? Le maestre le hanno già ricoverate alla neuro?
Compagna di Vita - Si, è stato bravissimo! Da non crederci! Fa il bravo, mangia tutto... anche le verdure e la frutta!

E sì. Perchè i bambini, quelle tenere creature innocenti e sadiche, godono nel vedervi schiumare dalla bocca per l'infarto in corso che vi hanno procurato. A casa potete anche pregarli vestiti da bugs bunny di mangiare una carota, ma loro rifiuteranno di aprire la bocca peggio di un prigioniero politico. A scuola invece, vedendo gli altri, mangeranno da soli e si sbaferanno intere valli degli orti. Certo non è sempre così. In alcuni casi i bambini non mangeranno neanche a scuola continuando a nutrirsi agevolmente di aria. E voi schiumerete, sempre più, come un boccale di birra all'ocktober fest.
Nel caso della piccola peste, al termine del primo giorno tutte le maestre (non solo le sue) conoscevano già il suo nome. Il secondo lo conoscevano anche tutti i bambini. Al terzo veniva sbaciucchiato all'arrivo da due splendide bambine. Ed è esattamente questo punto che normalmente in un padre, scatta quella molla chiamata orgoglio paterno. Senza neanche rendervene conto, inizierete a gonfiare il petto come un pavone e aprendo tutte le vostre piume escalmerete: Bhè... certo è MIO figlio... ha preso TUTTO da ME... tutto SUO PADRE... Ehhh buon sangue non mente... e altre cazzate del genere. Vostra moglie vi guarderà con commiserazione e nel momento stesso in cui ella vi farà notare come solo fino alla sera prima il figlio fosse solo SUO e aveva sicuramente preso dai SUOI cromosomi o da quelli dell'idraulico, voi negherete tutto con veemente fermezza. Tutto dimenticato... fino alla prossima malefatta ovviamente, in cui il figliolo tornerà ad essere solo SUO.
C'è poco da fare. I papà sono così. Tutti i figli son campioni. Le figlie principesse.

Il pargolo di un amico raccoglie un cacciavite e glielo porge? Hai visto? Ha preso tutto da me! Già lo vedo astroingegnerefisiconuclearemedicogenetista. Mi domando in quanti si soffermano veramente a chiedere ai figli cosa vogliono fare, appoggiandoli in ogni loro aspirazione.

MM - Lore... e tu cosa vuoi fare da grande?
Piccola Peste - Il cuoco! Il topo cuoco!
(dopo aver visto il trailer di Ratatouille, il nuovo film Pixar NdM)

Per me, se lo desidera, può fare anche il trapezista ma se devo proprio dirla tutta, il cuoco non mi dispiacerebbe affatto... a condizione che mi accetti come aiuto, s'intende!

martedì 11 settembre 2007

Il primo giorno

Stamattina prima di uscire ti ho baciato e tu, nel sonno, mi hai sorriso. Oggi è il tuo primo giorno di scuola. Il primo di tanti. Stai crescendo figlio mio. Ed io me ne accorgo da questi momenti.
Sei arrivato a scuola con il tuo zainetto sulle spalle. Le matite colorate, l'album, il grembiulino. Tu come al solito, piccolo grande uomo, ci hai stupito. Hai salutato la mamma e sei corso ad esplorare la tua classe. Con quella fiducia nel prossimo e quella gioia di vivere che ti contraddistingue, sempre.
Non un pianto, una lacrima. Solo un sorriso.
Tante battaglie ti aspettano, ma le affronteremo assieme, mano nella mano.
E quando vorrai, lascerai la mia mano e cammineremo l'uno di fianco all'altro. Come due uomini. Due amici. Come padre e figlio.

venerdì 7 settembre 2007

Quando sarò grande


"Quando sarò grande e tu ridiventerai piccolo, sarò io ad accompagnati al parco papà.
Ti comprerò il cono con fragola e limone e giocheremo tutto il giorno sull’altalena."

"Quando sarò grande e tu sarai ridiventata piccola, mamma, anch’io un giorno non ti farò andare a scuola, prenderò la macchina e ti accompagnerò sulla spiaggia d’inverno, a scegliere i sassi più belli per farli rimbalzare sul mare."

"Quando sarò grande e tu sarai ridiventata piccola, mi prenderò cura io di te. "

[Avevo solo cinque anni. Sarebbe stato bello riuscire a farlo.]


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[Foto: Trey Ratcliff - "Cleaving the Earth" - www.stuckincustoms.com. Released on Creative Commons License.]

mercoledì 5 settembre 2007

In arancine we trust

Una delle pietanze siciliane più famose all'estero è sicuramente quella palla di riso ripiena chiamata arancina. Il termine deriva dalla forma sferica che per l'appunto ricorda una piccola arancia. Lo stesso piatto è altresì noto ai più, con l'errato termine di arancini e la diatriba circa l'attribuzione maschile o femminile del sostantivo si conduce ormai dalla notte dei tempi. Infatti, mentre nella zona est della Sicilia (dal palermitano al trapanese per intenderci) è quasi d'obbligo chiedere un'arancina, nei bar della zona orientale (dall'agrigentino al catanese) vengono serviti gli arancini. Non mi addentrerò quindi in arzigogolate digressioni etimologiche, territoriali o storiche circa la paternità panormita del piatto, vorrei solo ricordare a tutti coloro i quali hanno sempre utilizzato il sostantivo maschile (Camilleri compreso) che l'arancio è l'albero e l'arancia ne è il frutto. La pietanza in questione raffigura il frutto, non l'albero che risulterebbe alquanto complicato da imbottire.
I ripieni più comuni sono due: alla carne e la versione più light denominata al burro. Nel primo caso, la carne è rappresentata da un ristretto ragù di carne con piselli; nel secondo il burro è accompagnato nel suo cammino da pantagrueliche (adoro questo meraviglioso termine) dosi di prosciutto e mozzarella filante. Ovviamente lo stesso procedimento può essere utilizzato per altre tipologie di ripieni: agli spinaci, al salmone e a tutto quello che la vostra fantasia vi suggerisce. Se, leggendo queste parole, un certo languorino inizia ad assalirvi e notate un copioso aumento della salivazione, tranquillizzatevi: è la normale reazione di fronte un buon piatto di arancine.


Arancine

(Dosi per circa 15 pezzi)

Ingredienti per il riso:
500 gr. di riso Arborio o Roma
una bustina di zafferano
sale q.b.

Ingredienti per il ripieno alla carne:
250 gr. di carne di manzo tritata
50 gr. di concentrato di pomodoro
100 gr. di piselli
1/2 cipolla
2 carote
1/4 bicchiere di vino rosso.
olio extra vergine, sale, zucchero q.b

Ingredienti per il ripieno al burro:
250 gr. di prosciutto cotto
250 gr. di mozzarella
50 gr. di burro (o in alternativa margarina)
100 gr. circa di besciamella
qualche ciuffo di prezzemolo tritato fine
pepe.

Ingredienti per la panatura e la frittura:
6 uova
300 gr. di pangrattato fine
2 l. di olio per fritture (arachidi o semi vari)

Preparazione degli ingredienti:
Lessate in poca acqua salata il riso, aggiungendo se necessario altra acqua durante la cottura. Circa a metà, aggiungete lo zafferano e mescolate con cura. Appena il riso sarà al dente, scolatelo e ponetelo a raffreddare su un piatto o in una pirofila. Il risultato dovrà essere un risotto colloso, dove i chicchi non dovranno essere scotti, ma risultare comunque separati.Mentre il risotto si raffredda, iniziate la preparazione del ragù. Tritate la cipolla e ponetela in una casseruola con poco olio evo. Appena la cipolla sarà dorata, aggiungete il tritato che avrete prima massaggiato con un po' di sale e di pepe e la carota tagliata a piccoli cubetti. Con una spatolina, tirate per bene la carne, in modo da farle assumere il tipico aspetto sgranato. Al termine di questa operazione, sfumate con il vino rosso o con il marsala. Aggiungete il concentrato di pomodoro continuando a rimescolare e appena gli ingredienti saranno amalgamati per bene, diluite con un bicchiere circa di acqua calda. Fate riprendere il bollore e continuate a far sobbollire finquando il composto non sarà ben compatto. Qualche minuto prima di spegnere, aggiungete i pisellini e rigirate on cura. Al termine, ponete il ragù in un piatto e lasciatelo raffreddare.Passate ora alla preparazione degli ingredienti per le arancine al burro: tagliate il prosciutto e la mozzarella in piccoli cubetti, preparate la besciamella (va bene anche quella acquistata già pronta) e tritate finemente il prezzemolo. Ponete il tutto in alcune ciotole e passate alla composizione delle arancine.

Composizione:
Disponete tutti gli ingredienti sul tavolo da lavoro e, se potete, fatevi aiutare da qualcuno per la composizione delle arancine. Sbattete in una ciotola le uova per la panatura, mettete il pangrattato in un'altra e disponete un po' d'acqua in una terza ciotola. L'acqua servirà per bagnarvi le mani di volta in volta, in modo che il riso non vi si appiccichi sui palmi. Per la composizione, procedete come segue:
> Bagnatevi le mani e prendete una piccola manciata di riso.

> Disponetela aperta sul palmo della mano, in modo da formare una piccola conca.

> Inserite un abbondante cucchiaio di ragù all'interno e con l'altra mano, richiudete con un'altra manciata di riso. Nel caso del ripieno al burro, inserite all'interno dei cubetti di prosciutto, di mozzarella, circa mezzo cucchiaino di burro, un po' di prezzemolo, una spolverata di pepe e un goccio di besciamella.


>
Facendo attenzione a non far fuoriuscire il ripieno, cercate di formare una piccola palla per le arancine con ripieno di carne e un ovale per quelle con ripieno di prosciutto.

> Passate l'arancina nell'uovo e quindi subito nel pangrattato, cercando di farlo aderire bene alla superficie.

Ricordate che quest'ultima operazione è la più importante. Da una buona panatura dipende la riuscita di una buona arancina. Una volta terminata la preparazione delle arancine, possiamo passare alla fase della friggitura. Disponete in un tegame circa 2 litri di olio per fritture. Considerate che le arancine devono friggere per immersione. Portate l'olio alla giusta temperatura, che non deve essere troppo caldo da bruciare le arancine, nè troppo freddo da non renderle croccanti. Un buon trucco per capire se l'olio ha la giusta temperatura e quella di buttare al centro un pizzico di farina. Se l'olio è caldo, la farina si espanderà dal centro verso l'esterno, diversamente, cadrà al fondo. Inserite le arancine, una o due per volta in funzione della capienza del tegame, nell'olio e fate dorare per circa 3-5 minuti. Scolatele, diponetele su carta assorbente e servitele tiepide.
Che altro dire... buon appetito!

"Si avvertono i gentili passeggeri che la carrozza ristorante è aperta"

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[Foto] ©Binario 19, Mastermax 2007.
[Ringraziamenti] Le splendide mani che vedete nelle foto sono della mia adorata compagna di vita, che ringrazio per la collaborazione e la pazienza.

martedì 4 settembre 2007

Help 2.0 o il battito dei blog

Spesso ci siamo visti recapitare nella nostra casella di posta, uno di quei messaggi in cui si chiedeva aiuto per una bambina o un bambino malato. Leggevamo la missiva e la inoltravamo senza pensarci, senza fermarci due minuti a riflettere. Se lo avessimo fatto, ci saremmo accorti che il messaggio era in realtà fasullo e l'unico scopo di quella missiva era quello di generare spam e intasare i postoffice aziendali. Ma queste spregevoli iniziative non hanno solo generato qualche difficoltà agli amministratori di rete, hanno contribuito a inasprire il cuore delle persone che si affacciano giornalmente sul mondo virtuale.

Da un pò di tempo, gira per il web un'iniziativa chiamata Help 2.0: un altro anno per Gramos. Controllo. Si. Purtroppo è' tutto vero. L'iniziativa è lanciata da Morgan, una persona della quale ci si può fidare ciecamente.
Gramos esiste ed ha bisogno del nostro aiuto.
Gramos ha dodici anni e un bisogno tremendo di credere in qualcosa di bello. Di credere che il mondo sia un bel posto dove vivere.
Gramos ha la tirosinemia e per curarlo occorre un farmaco costosissimo.
Basta poco per poter cambiare il mondo, basta poco per passare una giornata migliore. Oggi non ho comprato le sigarette. Ho fatto del bene a me e a lui. Fatelo anche voi.

Date un'occhiata QUI al blog di Morgan e aderite.
Grazie

venerdì 31 agosto 2007

BlogDay 2007

Blog Day 2007

Wow, il primo mio BlogDay!
Parteciparvi mi sembra il giusto riconoscimento per quei colleghi che mi aiutano a trascorre serenamente le mie lunghe giornate in ufficio. Selezionare solo cinque blog del mio blogroll è stato veramente arduo, vi prego, non lapidatemi!

365 albe 364 tramonti: Il blog di Simone. Toscano. Fiorentino per l'esattezza. Occore dire altro? I suoi post sono sempre pregni di quell'ironia sottile che ti fa ridere anche dopo aver chiuso il browser. Lui dice che il blog gli è scappato all'improvviso, meno male! (per noi).

Anathea: Il blog dell'omonima fanciulla. Che dire. Qualsiasi descrizione sarebbe troppo riduttiva. Basta solo leggere una delle sue short story per innamorarsene. Il suo stile fanno di ogni post una piccola perla da conservare nel proprio scrigno informatico.

Attaccabottone: Il blog di Ross. I suoi articoli sono sempre interessanti, freschi e magistralmente descritti. Leggere i suoi post è un piacere per chi ama l'arte della buona scrittura.

Il cerchio di fuoco: Il blog di popAle. Prende la vita così và presa secondo me: poco seriamente. Ma state attenti a sottovalutarlo. E' capace di farvi riflettere molto seriamente quando meno ve lo aspettate (e di questo se ne stupisce anche lui).

Rotta verso Sud: il blog del Capitano. Sulla sua nave verrete avvolti da ancestrali profumi di terre lontane, e unirvi al suo equipaggio vi sembrerà naturale. Un mix di poesia e immagini dosati sapientemente come solo un vecchio lupo di mare sa fare.


giovedì 30 agosto 2007

Io googlo, tu googli, egli googla...

"Che palle! In questo Campus non si fa mai nulla... Hey Sergey... che ne dici di inventarci un algoritmo per estrarre informazioni rilevanti da un enorme set di dati?"
"Aspè Larry... che sto ammazzando l'ultimo mostro a Doom. Lancia quella bomba ... cazzo! Finisco sto' quadro e ci penso..."

Era il lontano 1995 e mentre io mi trovavo in missione in Somalia, cercando di non farmi sparare addosso dai guerriglieri che giocavano al tiro al bersaglio con i nostri sederi, due ragazzini brufolosi chiamati Sergey Brin e Larry Page gettavano le basi di uno tra i maggiori colossi informatici della storia: Google.
La parola "googol" indica semplicemente il numero 1 seguito da 100 zeri e fu coniata da Milton Sirotta, nipote del grande matematico americano Edward Kasner, nell'ambizione di organizzare l'immenso, quasi infinito, volume d'informazioni disponibili sul web.
Anche il mio binario non è esentato dalle oltre venti milioni di ricerche che giornalmente vengono effettuate sul motore. Ora, a parte ricerche semplici che vanno dalla ricetta per i pezzi di rosticceria palermitani, al testo di Fairytale Gone Bad, alcuni dei testi ricercati sono davvero curiosi.

Tenerone

"canzone l'orologio del mattino dice ai bimbi fate in fretta" [carina... e come fa?]

Homo informaticus
"arresta il sistema si riaccende" [hai provato a non selezionare riavvia il sistema? Diversamente puoi sempre chiamare l'esorcista.]

Alcoolico
"sabrina era ubriaca" [Eh, sono problemi signora mia. Capita anche a me... dopo il secondo gallone di birra divento nostalgico.]

Sport estremi
"pezzi di pasta come esca" [Ceeerto. A Palermo i pesci la preferiscono al forno. A Genova ovviamente al pesto]
"lotta nel fango con alcune donne" [ma non tutte eh, solo alcune... ]

Minacciosi
"lasciami in pace carlo" [Capito? E non farmelo ripetere più! E' finita!]
"brutta merda" [Ma perchè alterarsi? Sono certo che con giudizio e buon senso si potrà addivenire ad un accordo pacifico e cordiale. Diversamente mi vedrò costretto a spaccarti il c...]

Nostalgici
"non ho visto lei da tanto" [dai.. prova a telefonarle... timidone!]

Osteria 2.0
"giocare la scopa in rete" [e come si fa a farsi i segni tra compagni?]

Saggezza popolare
"sigarette cacca" [ehhh si. come si dice tra i tabagisti, caffè e sigaretta fanno la cacca perfetta!]

Ufficio Informazioni
"come posizionare la pistola addosso" [bhè, dipende. Io la mettevo sempre nella fondina, sulla sinistra. Puoi provare anche sotto l'ascella che fa molto Miami Vice o dietro la schiena, sui reni, tipo Taxi Driver. MAI sul davanti... potrebbe causare il cambio delle generalità sul passaporto.]
"la vostra bambina fa cacca nel vasino?" [mio figlio si e il tuo noo, gne gne gne gne!]
"Qual'è l'uomo con più tatuaggi"[no, non sono io. Certo che se continuo di questo passo però...]
"come usare i bigodini a vite" [prova ad avvitarteli sul cranio.]


Omosex

"mollo tutto ulisse vado a vivere da solo" [Azz, il ragazzo scemo della Dufour si è lasciato con il delfino curioso. Ho sentito dire che adesso convive con una vera orca.]

Trasporti
"moto con carrozza" [e io che li ho sempre chiamati sidecar. Non ho capito solo dove intendi posizionare i cavalli.]

Culinaria
"come congelare gli arancini" [Ora ti picchio. Innanzitutto si dice arancinE. E comunque, brutto pirla, le arancinE non si congelano!!]
"fare un regalo a un cuoco" [un set di coltelli in acciaio giapponese potrebbe bastare, grazie!]
"decisione vincente pizzeria rosticceria" [ok, ti do la rosticceria 4 a 1 vincente sulla prima corsa.]

E ovviamente, dulcis in fundo, come poteva mancare la ricerca principe!

Il porno!

"foto cacche enormi" [... no grazie. Ho appena mangiato.]
"dove preferite fare la cacca voi ragazze" [perchè c'è una classifica? Non lo sapevo... e io che l'ho sempre fatta nel vasino...]
"alito porno" [questa mi mancava... sicuramente meglio di quello all'aglio]
"cacca e cartoni" [ripeto, preferisco farlo con una sigaretta dopo il caffè.]
"capitan harlock porno" [oddio, su Esmeralda anch'io un certo pensierino ce l'avrei fatto...]

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[Fonte]
http://www.google.com/corporate/history.html

mercoledì 29 agosto 2007

Mi hanno beccato!



"Non so come... ma mi hanno beccato... Scappa Marty!"
esclamava Doc alla vista del camioncino dei libici in un film di qualche annetto fa...

Ebbene, lo sapevo che mi sarebbe toccato, prima o poi, ma mai avrei pensato che l'argomento del mio primo MEME fosse sulle le mie paure più recondite, più nascoste.
Ma da buon ex-militare, non mi tiro mai indietro. Quindi, in risposta alla nomination di Kniendich, ecco svelate le mie.





La prima
, quella che mi accompagna da quando ero piccolo:
Paura di non essere riconosciuto da morto.
Non ho mai capito perchè, ma ce l'ho da sempre e i miei tatuaggi hanno avuto anche la funzione di esorcizzarla un po'... almeno il primo!

La seconda, ovviamente più recente ed autoesplicativa, che forse accomuna tutti i papà:
Non riuscire ad arrivare in fondo per garantire un futuro ai miei figli.

La terza
è abbastanza comune credo:
Paura di rimanere lucido con il corpo immobile.
Non mi fa tanto paura restare un vegetale (tanto non capirei una mazza e mia moglie sa che dovrebbe staccare la spina senza farsi troppi problemi) quello che mi spaventa è che il cervello rimanga funzionante e il bioinvolucro non risponda più ai comandi.

Adesso, come vuole il regolamento, dovrei nominare altri tre blogger, ma non me la sento. Le regole sono fatte per essere infrante. E io di regole ne ho sempre infrante tante.

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[Foto] Iron Maiden - Fear of the dark - Emi/Epic 1992

martedì 28 agosto 2007

Ve bene... ricominciamo!

7 agosto... l'ultima volta che avevo messo piede qui dentro. Cavoli, ne è passato di tempo. Tempo durante il quale non ho acceso il pc neanche una volta... Ok. Ok. Una sola volta, ma solo per mettere un cartone allo scopo di fare mangiare la creatura. Almeno fino a ieri mattina, quando sono stato costretto a farlo per ovvi motivi. Le vancanze sono finite (finalmente) e come al solito non mi sono riposato granchè, ma almeno abbiamo rivisto i nostri cari e riassaporato alcuni dei sapori dell'infanzia. Fino a quella data avevo accumulato una lista di circa 15 punti sull'agendina rossa. La solita lista delle cose da fare al ritorno. Bhè. Adesso non ho più scuse. Mi tocca. L'andata è andata e per fortuna il ritorno pure.
Il rubinetto del lavandino, l'impianto elettrico nel box, l'installazione dell'addiesselle quella senza fili che ci puoi navigare anche seduto sulla tazza del cesso. Già, questo post sancisce anche la mia vittoria sulla tecnologia, sui cavi e sulle connessioni analogiche per terra che, se non stai attento, ci inciampi e ti ritrovi tutto l'impianto elettrico sul tavolo della cucina. Figuriamoci. Io inciampo quotidianamente sul tappetino del bagno. Sì. Ce l'ho fatta. Ho smarcato il primo punto della lista, a dispetto degli ostacoli che la nostra cara Telecom ha voluto ovviamente regalarmi. Ne rimangono solo 14. Sono contento di essere tornato. Sono contento di essere di nuovo a casa.

P.S. Nella foto la piccola peste in attesa del volo di ritorno.

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[Foto] Destroy Fiumicino. © MasterMax 2007.

martedì 7 agosto 2007

E anche quest'anno sono arrivate...

inesorabili come le tasse... le ferie!

Quindi anch'io, tra bollini rossi, neri e blu ciquita mi cimenterò nel mio viaggio di ritorno alle origini.
Dopodomani ci ritroveremo io e la mia compagna di vita tra i corridoi di Malpensa e Fiumicino a rincorrere la peste, sperando che alla nostra partenza rimanga qualcosa in piedi dei due scali per il nostro ritorno.
Rivedrò finalmente il mio mare e le mie spiaggie. I nostri genitori e i nostri amici.
E' una sfacchinata... ma almeno una volta all'anno va fatto!
E' la prima estate da blogger che passo, e mi mancherete davvero tutti.
Durante questi mesi ho potuto interagire con splendide persone che mi hanno fatto riflettere, divertire e passare del tempo in allegria. Grazie!
Dove andrò sarà difficile connettersi, ma non appena troverò un palo telefonico, mi arrampicherò e connetterò il pc per un post!

Un ringraziamento particolare a Ross che con la sua spendida compagnia virtuale, mi ha permesso di arrivare indenne alla fine di quest'ultima giornata di lavoro, tra una cosegna e l'altra.

Au revoir mes amis!

venerdì 3 agosto 2007

Piange il telefono...

Alle donne, è risaputo, piace parlare, cianciare, conversare, dialogare, discorrere, malignare, spettegolare, mormorare, ragionare, colloquiare, discutere, esprimere, intervenire, narrare, trattare. Gli uomini comunicano.
Su focus di qualche tempo fa (il giornale era di quelli che finiscono ingialliti sul tavolino del barbiere sotto l'ultima freschissima copia di Max e Quattroruote) lessi un articolo che sosteneva come la razza umana abbia sviluppato il linguaggio proprio grazie al gentil sesso. Infatti, mentre gli uomini preistorici andando a caccia avevano la necessità di comunicare a gesti, per non produrre rumori che potessero far scappare le prede le donne delle caverne, non avendo di questi problemi, iniziarono a sviluppare la forma verbale tra loro. Sicuramente per spettegolare con la vicina della signora della grotta di sopra.
Con l’avvento del telefono, le donne potevano finalmente parlare tra loro non solo con le persone a loro vicine, ma anche con altre amiche a notevoli distanze. Penso che dopo la prima telefonata effettuata da Meucci per provare le funzionalità della sua invenzione, la moglie chiamò subito un’amica per raccontarle della scoperta del marito e di come era vestita quel giorno. Si, perchè le amiche parlano, comunicano, conversano. Si raccontano ogni piccolo particolare della propria esistenza: il colore delle scarpe con le quali sono andate a fare la spesa, il tessuto del reggiseno che portavano all'ultimo appuntamento con il lui di turno, il collega figo che si fa la collega brutta, acida e malvestita [traduzione maschile: una gnocca e con due pere enormi ndr.], e ovviamente noi: i loro compagni, mariti, uomini, amanti, figli, etc. Se il telefono fosse stato inventato al tempo degli egiziani, non occorrerebbe il test del DNA per definire il sesso di una mummia: basterebbe controllare se nei paraggi fosse presente o meno un apparecchio telefonico. Anche la mia dolcissima compagna di vita ovviamente non è immune dalla pratica, ma quello che proprio non riesco a comprendere è come le donne riescano a passare ore al telefono senza accusare il minimo cedimento. L’altra sera ad esempio era al cellulare con un’amica che non sentiva da un pò. Nello stesso lasso di tempo credo di aver cenato, fatto una doccia, giocato con mio figlio, visto un film alla televisione fino ai titoli di coda e ri-letto l’intera collezione di Dylan Dog [Ok.. solo l'ultimo numero... ma non è questo il punto.]

Compagna Di Vita - Allora ciao… si si ci sentiamo… ciao.. ciao.. Click.
MMMa chi era?
CdVXXXX… era un po’ che non ci sentivamo…
MMAh…
CdVSai, si è laureata … bla bla … ma il ragazzo è uno stronzo e l’ha mollato perché… bla bla... sua madre è una stronza…bla bla … sua sorella è una stronza… bla bla…
MMe il cane?
CdVdai… non fare come al solito… era tanto che non ci sentivamo…
MMcredo un mese..
CdVappunto!

Appunto? A me non succede nulla in un mese! Certo, se ti fai raccontare anche la lunghezza del tacco con la quale è andata a dibattere la tesi e il colore della maglietta con la quale il ragazzo l’ha mollata allora tutto si spiega. Si, perchè in tutto quel tempo non può averti detto solo queste quattro cose! Ok. Va bene. Adesso proviamo, per amore della scienza, a paragonare una situazione simile, ma condotta da un uomo.
Qualche tempo fa ho sentito un vecchio compagno di scuola che mi aveva inviato la partecipazione perché si sposava. Ci eravamo visti di sfuggita circa sei mesi prima all’aeroporto. Visto che non siamo potuti andare al matrimonio, la sera dopo lo chiamo per congratularmi.

MMOuu? Compà! Tutt’apposto?
AmicoOh… compà…Sì
MMTi sei sposato?
AmicoSi, tutt’apposto
MMMangiato?
Amico Si, bene. Pesce.
MM - Bevuto?
AmicoSi, tutt’apposto
MMGliel’hai calata?
[Traduzione: è andata bene la prima notte di nozze? ok… è volgare, ma tanto eravamo tra maschietti]
AmicoSi.. compà… apposto
MMVabè... allora ci sentiamo.
AmicoOk.
MMCiao, salutami… com’è che si chiama tua moglie?
AmicoXXXX.
MMok. cià
Amicocià.

La mia dolce metà, al termine della telefonata, mi chiede informazioni circa l’avvenimento.

CdVHai chiamato XXXX?
MMsi. Tutt’apposto.
CdV allora? Com’è andato il matrimonio?
MMbene.
CdV – com’era vestito?
MMbhò? Penso avesse una cravatta.
CdV non gliel’hai chiesto?
MM no.
CdVe lei? Com’era vestita?
MMbhò? penso in bianco.
CdVnon gliel’hai chiesto?
MMno. Però mi ha detto che hanno mangiato pesce e hanno bevuto bene.
CdVe il viaggio di nozze? Dove vanno?
MMBhò?
CdVMa non gli hai chiesto neanche questo?
MMNo… Però so che l’ha trombata bene!

Che dire. Penso che l'unico motivo per il quale la razza umana sia riuscita ad evolversi fino ai nostri giorni è perchè in fondo, a noi maschietti piace averle accanto, respirare il loro profumo, accarezzarle, guardarle cullare i nostri cuccioli. Anche se a volte preferiremmo lo facessero in silenzio.